Al Salone d'Onore del CONI a Roma la conferenza stampa con cui Francesco Totti ha ufficializzato l'addio alla Roma: "Era meglio morire che vivere un giorno così. Mi dimetto, ma non per colpa mia. Mai stato coinvolto in un progetto tecnico. Con Franco Baldini zero rapporti, uno dei due doveva andarsene. Presidenti, dirigenti e giocatori passano, ma le bandiere restano. De Rossi meritava più rispetto. L'unico allenatore che ho chiamato di persona è stato Antonio Conte, tutto il resto è fantasia. Il futuro? Ho ricevuto offerte da squadre italiane. Mi prendo un mese per decidere, farò quello che mi renderà felice"
LA RISPOSTA DELLA ROMA A TOTTI - DUE OFFERTE A TOTTI DALL'ITALIA
TOTTI LASCIA LA ROMA: SU BALDINI E DE ROSSI - IL FUTURO
RETROSCENA CONTE - LE PAROLE DI ROSELLA SENSI - TAPPE DELL'ADDIO
Totti: Perché avrebbe voluto fare una rivoluzione e ha capito che non sarebbe stato possibile.
Totti: Chiedetelo a lui, non so che valutazioni abbia fatto. So che Sarri era un pallino di Baldini ma era sotto contratto col Chelsea. Ora stiamo parlando del nulla comunque, Fonseca deve trovare un ambiente sereno. Mi sembra un grande allenatore, che ha studiato e penso possa fare bene in questa squadra.
Totti: Io già a settembre avevo detto ad alcuni dirigenti che avrebbero dovuto dirgli subito che sarebbe stata la sua ultima stagione, se era questa la decisione. Era il capitano e andava rispettato. Il problema è che certe cose vanno fatte subito, ma non è avvenuto così. Con Daniele ho parlato da amico, ho provato a fargli capire cosa stesse accadendo, e si è creato lo stesso problema che successe con me e penso sia voluto perché loro hanno sempre voluto allontanare i romani dalla Roma.
Totti: Sì, Fienga me l'ha detto tre mesi fa che mi avrebbe fatto fare il direttore tecnico, che sarebbe il ruolo che preferisco maggiormente. Ma quando si ha una persona che sistematicamente mette i bastoni tra le ruote, io non sono stupido. Se io adesso non avessi voluto Fonseca? Il direttore tecnico esprime pareri importanti su queste questioni. Se mi avessero chiamato prima di scegliere l'allenatore e mi avessero interpellato e mi avessero mostrato fiducia, cosa che non hanno mai fatto, io sarei rimasto. Con Conte è successo perché io e Fienga eravamo convinti che fosse l'unico capace di cambiare la Roma, aveva dato l'ok ma poi ci sono stati problemi che l'hanno convinto a cambiare idea. Quando abbiamo contattato Conte la decisione era solo frutto di un confronto tra me e Fienga.
Totti: Voglio tornare sul discorso precedente. L'unico allenatore che ho preso con Fienga - che voglio ringraziare perché è stato l'unico a mettere la faccia e dirmi che avrei lavorato con lui se fosse salito al comando della Roma - è Claudio Ranieri. Ho preso la decisione che altri dirigenti non volevano che prendessi. Oggi lo ringrazio, lui sarebbe venuto anche gratis e ha fatto il massimo, è un uomo vero. Non abbiamo parlato di nulla, mi ha detto soltanto "domani sono a Trigoria". Io ho dato la mia risposta e penso che sia vera, perché non mi serve dire bugie adesso ma non devo andare contro Pallotta.
Totti: Io di soldi non ho mai parlato e non ho mai chiesto niente. Ho chiesto di fare il direttore tecnico perché penso di averne le competenze, dando un forte contributo mettendoci la faccia. Ho chiesto di decidere come fanno tutti gli altri, ma se si scelgono allenatore e direttore sportivo e si passa in secondo piano, allora che potere decisionale è? Non sono andato a Londra perché mi hanno avvisato due giorni prima e avevano già preso l'allenatore, il direttore sportivo non lo so ancora. L'unico allenatore che ho sentito personalmente è stato Antonio Conte, gli altri non li ho mai sentiti o chiamati. Voglio fare questa precisazione per non passare per lo stupido. Senza Baldini comunque non tornerei, il vaso ormai è rotto. Potevano fare già qualcosa prima, ma non si sono mai mossi.
Totti: Sicuramente un'altra proprietà. Bisognerà vedere se mi chiamano, se credono nelle mie potenzialità e se credono che possa fare qualcosa di buono. Per me la Roma viene prima di tutto, anche in questo momento. Era meglio morire che staccarmi dalla Roma, ma per il bene di tutti è meglio che mi stacco io. Tanti personaggi dirigenti hanno sempre detto che sono troppo ingombrante in questa società.
Totti: Io ci sono stato spesso in queste zone, posso dire che tutti vorrebbero entrare nella Roma ma io finché non vedo nero su bianco non mi fido. Comunque non so nulla di tutto questo. Per quanto riguardo il vaso e la goccia, ci sono state tante cose che mi hanno fatto riflettere. Non sono mai stato reso partecipe, mi chiamavano soltanto nelle riunioni dove erano molto in difficoltà, ne avrò fatto 10 in due anni. Mi volevano accantonare da tutto, dopo un po' il cerchio si stringe e dopo un po' subentra il rispetto per la persona. Io ho cercato di portare qualcosa in più a questa società, ma dall'altra parte vedevo un pensiero diverso.
Totti: Se ho preso questa decisione è perché non ho potuto fare nulla, perché non mi sono sentito operativo nell'area tecnica. Non voglio fare il fenomeno di turno, ma per capire un po' di più rispetto a tante persone che sono a Trigoria ho delle basi diverse. Tutti sbagliano, ma penso che la mia parola sia diversa da quella di altri, prendendomi le mie responsabilità, anche e soprattutto quando le cose vanno male.
Totti: Per me è pesato tantissimo. Il giocatore può trovare sempre un alibi, una scusa, e questo purtroppo va a dare problemi alla squadra, nelle partite. Per me crea un danno. Ma io l'ho detto e ripetuto tante volte, il presidente deve essere più sul posto perché quando tutti vedono il capo a Trigoria si sta sull'attenti, tutti lavorano come dovrebbero. Quando non c'è, fanno tutti come gli pare.
Totti: Un po' tutti sappiamo i reali problemi della società, col fair play finanziario e giocatori che andranno ceduti entro il 30 giugno. Hanno fatto questa scelta difficile di vendere i calciatori più forti ed è più facile incassare con questi giocatori per tamponare i problemi di fair play. Bisogna essere trasparenti con i tifosi, ho sempre detto che alla gente va detta la verità. In un'intervista l'anno scorso dissi che la Roma sarebbe arrivata 4^ o 5^ e la Juve avrebbe vinto a febbraio lo scudetto: mi è stato detto che sono un incompetente, che toglievo i sogni ai giocatori. Ma io sono sempre stato trasparente e poiché sono così vuol dire che non posso stare qui dentro.
Totti: Il rapporto con lui non c'è mai stato e mai ci sarà. Se ho preso questa decisione penso che sia normale che ci siano stati degli equivoci e dei problemi interni della società. Uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io. Troppi galli a cantare non servono, ci sono troppe persone che mettono bocca su tante cose e fanno solo danni. Ognuno dovrebbe fare il suo e così sarebbe tutto facile per tutti. Quando canti da Trigoria non lo senti mai, l'ultima parola doveva arrivare sempre da Londra. Era inutile dire ciò che avresti voluto fare, era tempo perso.
Totti: Alcune persone hanno sempre avuto il pensiero fisso di togliere i romani dalla Roma. Alla fine è prevalsa la verità perché alla fine hanno ottenuto ciò che volevano. Da quando sono entrati gli americani hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte man mano che passavano gli anni. Hanno voluto questo e alla fine ci sono riusciti.
Totti: Tutti sappiamo che hanno voluto che io smettessi. Sul lato dirigenziale avevo un contratto di sei anni, perciò sono entrato in punta di piedi perché era un altro ruolo, una novità. Andando avanti col tempo ho capito che sono due cose diverse anche rimanendo nella stessa società. Sono state fatte tante promesse e non mantenute visto che sapevano cosa volessi. Col passare del tempo si fanno valutazioni, anch'io ho un carattere e una personalità e non sto lì a fare solo quello mi chiedono di fare. Lo facevo per la Roma, ma col tempo non mi sembrava il caso di proseguire così, per delle persone che non hanno mai voltuo che facessi qualcosa.
Totti: In questo momento ci sono tante cose che posso fare e le sto valutando serenamente. In questo mese valuterò tutte le offerte e quella che mi farà stare meglio la prenderò con tutto il cuore. Non ci sta un colpevole specifico, è stato fatto un percorso che non è stato rispettato e ho preso questa decisione.
Totti: Alla gente posso solo dire grazie, per come mi hanno sempre trattato. C'è sempre stato rispetto reciproco fuori e dentro il campo, posso solo dire solo di continuare a tifare questa squadra. Per me è la squadra più importante del mondo e vederla in difficoltà come ora mi rattrista e mi dà fastidio, i tifosi della Roma sono diversi dagli altri per quella passione e quell'amore che mettono per la squadra. È un arrivederci, non un addio: è impossibile vedere Totti fuori dalla Roma, non potrà succedere. Per il momento prenderò altre strade, poi quando un'altra proprietà vorrà puntare su di me sarò pronto.
Totti: Non è stata mia perché non ho avuto mai la possibilità di esprimermi, non sono mai stato coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci poteva stare, nel secondo avevo delle idee ma non ci siamo trovati o aiutati. In società sapevano le mie intenzioni e la mia voglia di fare, ma loro non hanno mai voluto e mi tenevano fuori da tutto.
Totti: No, non l'ho mai pensato, perché la Roma l'ho messa davanti a tutto, è casa mia. Prendere questa decisione è stato difficilissimo, perché ho sempre voluto portare ad alti livelli questa società in giro per il mondo.
Totti: "Presidenti, allenatori, giocatori passano, ma le bandiere no. Diciamo che questo mi ha fatto pensare tanto, non è stata colpa mia prendere questa decisione. Non so più che dirvi adesso". Si alza un applauso dalla platea.
Totti: "La decisione l'ho pensata in tanti mesi, penso sia la più coerente e giusta perché davanti a tutto ci deve essere la Roma: una squadra da amare, a cui bisogna essere sempre vicino. Non ci devono essere fazioni pro Totti o pro Pallotta, ma solo amore nei confronti di questi colori".