Il difensore della Juventus, premiato come calciatore olandese dell'anno dal De Telegraaf, ha raccontato i primi passi in Serie A: "Ora sono in una nuova nazione e so che nulla è semplice, lavorerò duro in Italia per rappresentare la nuova generazione del calcio olandese"
L'esordio in Serie A, sabato scorso nel 4-3 della Juventus sul Napoli allo Stadium, non è stato dei più semplici. Matthijs de Ligt lo ha messo alle spalle e in attesa di essere di nuovo protagonista in una rosa che ha perso per diversi mesi un leader difensivo come Giorgio Chiellini, in occasione della sosta per gli impegni con la nazionale è volato ad Amsterdam per ricevere il premio di calciatore olandese dell'anno dal quotidiano De Telegraaf. Elegantissimo in smoking e accompagnato dalla fidanzata AnneKee Molenaar, il difensore centrale che il 12 agosto ha compiuto vent'anni ha raccontato anche il primo impatto con il calcio italiano: "Sono andato a giocare all'estero nonostante sia ancora molto giovane - le sue parole - sono molto fiero delle persone che mi hanno aiutato nell’ultimo anno, fiero della mia famiglia che mi sostiene sempre. Ora sono in una nuova nazione e so che nulla è facile".
"In Italia per imitare i campioni del calcio olandese"
Nella corsa al premio di calciatore olandese dell'anno, de Ligt ha superato l'ex compagno di squadra Frenkie de Jong, semifinalista di Champions League con l’Ajax e passato al Barcellona in estate: "Abbiamo iniziato a giocare per due tra i più importanti club del calcio mondiale - ha ricordato de Ligt - che per il nostro trasferimento hanno pagato una cifra importante". Sul palco, insieme ai due talenti cresciuti nell'Ajax, anche dei totem del calcio olandese come Van Persie, Robben, Van Gaal, Koeman e Kuyt. "E’ un sogno, questo trofeo testimonia la nuova generazione del calcio olandese - ha spiegato ricevendo il riconoscimento da Rafael van der Vaart - io spero di dare al calcio quello che hanno dato loro. Lavorerò duro in Italia per riuscirci". Il difensore, che a Torino ha confermato la maglia numero 4 sulle spalle, ha fatto anche un cenno sulle differenze che sta riscontrando ai primi passi nel calcio italiano: "All'Ajax il nostro vero segreto era la squadra. Alla Juventus ognuno ha un programma personalizzato di lavoro, per ogni giocatore viene studiato ciò di cui ha bisogno e si lavora per migliorare su dei punti specifici. Lo trovo un fattore molto positivo". Dopo la nazionale, per de Ligt sarà tempo di tornare a Torino e preparare la prossima sfida di campionato, in calendario al Franchi contro la Fiorentina.