Eca, pronto il nuovo Board: Zhang verso la nomina

Serie A

Il nuovo Board allargato a 29 rappresentanti permetterà l'ingresso di un nuovo esponente del calcio italiano: incarico che, molto probabilmente, verrà ricoperto dal numero uno nerazzurro. De Laurentiis verso un ruolo all'interno del CCC, prima volta a Ginevra per l'Atalanta

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Steven Zhang e Aurelio De Laurentiis camminano fianco a fianco parlando tra di loro nella hall dell’hotel President Wilson di Ginevra. Un'immagine che rende al meglio Il clima all’Interno dell'ECA in questa assemblea generale che nominerà il Nuovo Board allargato a 29 rappresentanti e che nominerà nuovi dirigenti all’interno dei vari comitati: e se per Il numero 1 dell’Inter sembrano aprirsi le porte del board, per il presidente del Napoli ci potrebbe essere un ruolo all'interno del CCC, il Club Competitions Committee, comitato tra i più importanti a livello europeo.

Presente anche l'Ad del Milan Gazidis

E se l'Inter a Ginevra è ben rappresentata - e non è un caso - anche con gli AD Marotta e Antonello l’elezione nel secondo giorno di lavoro potrebbe essere una data molto importante per Steven zhang, primo presidente cinese e rappresentante giovanissimo eletto nel board. Il numero uno ECA resta Andrea Agnelli che -esattamente in questo stesso hotel - venne eletto presidente due anni fa mentre Ivan Gazidis contestualmente all’esclusione del Milan dalle coppe, temporaneamente non farà parte del Board.

Prima volta per l'Atalanta

Ma l'AD del Milan - anima storica di ECA - è sempre presente e ha anche partecipato alla partitella di calcio organizzata alla fine del primo giorno di lavori. A Ginevra c’è per la prima volta l’Atalanta da Champions con Luca Percassi mentre proprio della Champions e delle future competizioni si continua a parlare e a lavorare per disegnare il post 2024 delle competizioni internazionali, con il messaggio molto chiaro lanciato da Andrea Agnelli all’apertura dei lavori: "Dobbiamo continuare a mantenere i club nel cuore del processo decisionale" e con riferimento alle leghe europee: "Abbiamo opinioni diverse sui formati e sui principi di stabilità. Abbiamo problemi sul calendario. Capisco che... ma c'è un'accettazione generale che le riforme debbano avvenire nel 2024/25". Non c’è fretta dunque ma l’idea sulla tempistica è chiara come la sensazione che prima di un anno e mezzo non si prenderanno decisioni. Il lavoro al chiuso delle stanze delle istituzioni europee non si è mai fermato.