Serie A, le migliori giocate della 4^ giornata

Serie A

Emanuele Atturo, Dario Saltari e Marco D'Ottavi

L'assist di Berardi, i riflessi di Pau Lopez, il tunnel di Dybala e altre grandi giocate dalla quarta giornata di campionato

ROMA-ATALANTA LIVE

Alla 4^ giornata il campionato inizia ad entrare nel vivo: la classifica prende corpo, le squadre più in forma confermano il loro stato, chi è meno pronto non riesce più a nascondersi. Anche i giocatori iniziano a mettersi in mostra: Berardi è forse il migliore in questo inizio e lo ha confermato, Dybala vuole prendersi il posto di Higuain, Chiesa ed Orsolini sono giovani di grande talento.

L'assist di spalla di Berardi

È finalmente la stagione della definitiva maturazione di Berardi? È quello su cui si stanno interrogando in questo momento tutti i fantallenatori ma soprattutto tutti gli appassionati di calcio, che di fronte ai suoi numeri si chiedono se finalmente ci sia da fidarsi o meno. Ovviamente non sarà un assist, per quanto bello, a rispondere a questa domanda, per quanto qualche indicazione ce la dia. Ci sono infatti dei segni di una nuova maturità in questo assist, sepolti sotto quell’esultanza infantile a braccia alzate subito dopo il bel gol di Caputo, che fa assomigliare Berardi a un quindicenne qualunque che ha appena segnato di spalla sulla spiaggia. Il taglio profondo in area, tra i due centrali della SPAL, ad esempio, che permette al lob di Duncan di trasformarsi in uno splendido hockey pass. Ma anche la decisione, quasi del tutto controintuitiva, di servire all’indietro Caputo, meglio posizionato in area, invece di proteggere il pallone per cercare di concludere direttamente in porta. In questo contesto, l’utilizzo della spalla non è altro che la conferma del suo talento. La consapevolezza con cui ci arriva, invece, sembra effettivamente nuova.

Il tunnel di suola di Dybala

La permanenza di Dybala alla Juventus è rimasta in bilico fino agli ultimi giorni di mercato, quando dopo il fallimento della trattativa con il Manchester United il giocatore è stato tolto dal mercato, probabilmente con la consapevolezza di non poter arrivare a niente di migliore nel ruolo di centravanti da accostare a Ronaldo.

Per Sarri Dybala è infatti un centravanti e dovrà dividersi il posto con Higuain. Contro il Verona è stata la prima da titolare per lui, una partita difficile per l’attacco della Juventus in cui però Dybala è riuscito spesso a lavorare bene spalle alla porta, riuscendo dopo il primo controllo ad eludere i difensori avversari.

Il tunnel rifilato a Miguel Veloso dimostra la qualità di Dybala negli spazi stretti, quando gli avversari lo attaccano ed è costretto a trovare delle soluzioni complesse, che sono poi le qualità richieste ad un centravanti. L’argentino deve occuparsi della pressione di Kumbulla, che alle spalle lo tiene e gli impedisce di girarsi verso destra, ma nonostante ciò riesce a leggere bene la corsa di Veloso per raddoppiarlo e a punirla facendogli passare il pallone in mezzo alle gambe usando la suola sinistra. Dybala con un tocco realizza una giocata al tempo stesso sfrontata e utile, dimostrando ancora una volta la sua enorme qualità.

I riflessi di Pau Lopez

La Roma di Fonseca sta crescendo ma è ancora molto lontana da quell’idea di dominio su cui teoricamente si fonda il gioco dell’allenatore portoghese. Contro il Bologna, i giallorossi hanno sofferto la compattezza e l’aggressività della squadra di Mihajlovic, e dopo il vantaggio di Kolarov hanno rischiato di farsi sfuggire di mano una partita che sembrava essersi messa sui binari giusti. Questa grande parata di Pau Lopez - un capolavoro di tempismo e posizionamento, prima che un miracolo di riflessi, nel modo in cui il portiere spagnolo riesce a restringere lo specchio della porta a Soriano nell’ultimo momento utile arrivando fino ai limiti dell’area piccola - è arrivata sull’1-1, in un momento in cui la Roma è sembrata accusare mentalmente il rigore realizzato da Sansone. È questa parata che la squadra di Fonseca ha utilizzato come leva emotiva per superare l’espulsione di Mancini e arrivare a una vittoria che ormai sembrava sfumata. E non è un caso che lo stesso Dzeko, che a guardare solo il tabellino è stato il più decisivo tra i giocatori, abbia dedicato la vittoria a Pau Lopez, a fine partita. 

Lo stop al velluto di Orsolini

Orsolini è uno dei giovani italiani più interessanti e questa appena iniziata potrebbe essere la stagione in cui conferma le sue potenzialità, dopo i progressi mostrati nel finale della scorsa. Il gioco aggressivo di Mihajlovic sembra calzargli a pennello, visto il suo gioco diretto e veloce anche se un po’ caotico. 

Se la qualità delle sue scelte non è sempre lucida, tuttavia non è raro vedere Orsolini eseguire giocate di livello tecnico molto alto durante le sue partite. Questo stop ne è un esempio: Orsolini accudisce un lancio di sessanta metri con il collo del piede sinistro, ma non tenendola a terra, ma eseguendo una specie di mini-pallonetto per mantenere il pallone davanti alla sua corsa, una giocata che chiude con un tocco di punta per allungarsi il controllo ed attaccare lo spazio a suo modo notevole, soprattutto per la continuità tra i due momenti della giocata che sembra organizzata da un direttore d’orchestra.   

L’assist di Chiesa per Ribery

Abbiamo imparato a conoscere molte qualità del talento di Federico Chiesa: la sua intensità, con e senza palla, la sua esplosività fisica, la sua immaginazione, a volte esagerata, quando conclude verso la porta da zone in cui nessuno lo farebbe. Il talento di Chiesa è accentratore ed entropico, spesso sporco. Per questo non lo pensiamo capace di giocate pulite e precise. Ma l’assist che ha servito a Ribery per il secondo gol della Fiorentina è soprattutto una giocata precisa.

Chiesa strappa il pallone a Palomino - autore di una pessima partita - e corre sulla fascia. Fin qui una classica azione di Chiesa, a cui però di solito manca sempre qualcosa negli ultimi trenta metri, la lucidità e la precisione per la lettura giusta nell’ultimo passaggio o nella conclusione. Stavolta crossa alla perfezione per Ribery solo dalla parte opposta. Una giocata facile da pensare ma difficile da eseguire con quella precisione. Dal replay da sotto si capisce quanto Chiesa abbia controllato lo slancio della gamba per dipingere la traiettoria del cross, che cade perfetto davanti Ribery - che poi fa un gol ad alto coefficiente di difficoltà - a una velocità tale da non essere intercettato dagli avversari.