Nel recupero del secondo tempo della sfida dell'Allianz Stadium con la Juve in vantaggio 2-1 sul Bologna de Ligt sbaglia l'intervento in scivolata su cross di Skov Olsen: il pallone tocca il piede del difensore, rimbalza a terra e poi sbatte sul suo gomito. Dopo breve check al Var, Irrati lascia proseguire e non concede il calcio di rigore
Perché non è da rigore il tocco di mano di De Ligt sul cross di Skov Olsen nel finale di Juventus-Bologna? Lo spiega il regolamento, e lo ha ribadito il responsabile degli arbitri di A Nicola Rizzoli durante il workshop avuto a SkySport con i nostri colleghi per fare il punto sulla prima parte della stagione arbitrale e ripassare episodi e fattispecie più controverse dal punto di vista regolamentare.
La nuova regola del fallo di mano sostituisce al termine "volontario" quello delle mani/braccia "posizionate in modo innaturale aumentando lo spazio occupato
dal corpo". Poi però, nel paragrafo sulle braccia "al di sopra dell’altezza delle spalle", e quindi a maggior ragione quando queste si trovano al di sotto (De Ligt ha il braccio praticamente in linea con la spalla, a 90° rispetto al busto per capirci), chiarisce che il tocco è punibile "a meno che il calciatore non giochi intenzionalmente il pallone che poi tocca le mani / braccia". Insomma la differenza la fa l'intenzione, meglio l'attitudine del difensore: se quest'ultimo devia il pallone, cioè se sta usando il corpo per opporsi al pallone e non per giocarlo, allora il gesto è punibile (sempre se le braccia sono larghe ovviamente), se invece gioca il pallone, anche maldestramente, il discorso cambia e si viene scagionati.
La dinamica è molto simile al famoso episodio che riguardò sempre la Juve e sempre a Torino, ma stavolta con protagonista un avversario, Granqvist, che andò in scivolata come De Ligt per rinviare il pallone e se lo giocò proprio sul braccio, quella volta ancor più largo. L'episodio fece giurisprudenza e venne chiarito che era stata corretta la scelta di non punire il gesto con il calcio di rigore. La fattispecie ora è stata chiaramente codificata. Da qui la decisione corretta dell'arbitro Irrati, e conseguentemente del Var, di non intervenire.
Da rivedere anche il gol-vittoria di Pjanic, che è preceduto da un contatto sospetto tra lo stesso Pjanic e Mbaye, che va a terra trascinando pure Orsolini. Qui la scelta ricade interamente sull'arbitro, che giudica regolare la spallata del bosniaco nei confronti dell'avversario. Il Var non sarebbe potuto comunque intervenire per due motivi: il primo è che l'entità di questo tipo di contatti, se valutata dall'arbitro, non può essere oggetto di revisione a meno di errore clamoroso; il secondo è che dopo il contatto il Bologna rientra in possesso del pallone e lo gioca liberamente, "resettando" la cosiddetta "fase di possesso in attacco", che è quella parte di azione rivedibile prima di un gol.