Furti ai giocatori del Napoli, per la Procura nessun legame con rivolta dei giocatori

Serie A

Francesco Modugno

Momento molto delicato in casa Napoli, che si ritrova per il primo allenamento durante la sosta senza 13 giocatori impegnati con le varie nazionali. Ancelotti deve far ritrovare serenità al gruppo, che aspetta la decisione di De Laurentiis sull'ammutinamento contro il ritiro e cerca soluzioni tattiche per uscire da una crisi di gioco e risultati sempre più evidente. Intanto la Procura ha escluso un legame tra la rivolta dei giocatori e i furti contro alcuni di loro che si sono verificati negli ultimi giorni 

Coincidenze. Nessuna connessione col momento del Napoli, il più complicato dell’era De Laurentiis. Per gli inquirenti - dalle prime indagini - si tratterebbe di criminalità ordinaria. Sia il furto a casa di Allan che gli atti vandalici all’auto della signora Zielinski. Nulla a che fare, insomma, col grande rifiuto della squadra di andare in ritiro. Nessuna vendetta. Nessun avvertimento. Così pare al momento.  Ma il pool dei reati da stadio continua ad indagare e monitorare. E a sospettare. Perché conosce la realtà di un ambiente ora in fibrillazione. Una città inquieta e turbata. E che ancora non capisce.  E continua a chiedersi: “Ma perché non sono andati in ritiro? Si devono scusare”.

 

Napoli, paura e traslochi

Tensioni forti. Anche paura. E infatti c’è chi aveva lasciato casa per un po’ per sentirsi più sicuro. Ma che ora è rientrato, pur aumentando a casa sorveglianza e attenzioni. E chi da Napoli, la sua città, mai vorrebbe andare via. Come la famiglia Insigne, secondo anche le ultime parole della moglie di Lorenzo. "Non ho paura di vivere nella mia città", ha detto a 'Napoli Magazine'. "Come ho letto incredibilmente sul web. Sono napoletana e fiera di esserlo. Vado sempre a trovare i miei genitori". Nel silenzio, intanto, irrompe una voce social inaspettata e forte; quella del Chuky Lozano. Giovane, da pochissimi mesi a Napoli eppure più di altri consapevole che questo è il momento... Il momento in cui ci vuole il coraggio di fare; di agire e ritrovarsi. Di stare uniti e compattarsi. Ora che tutto intorno a Napoli appare spaccato.

Lo spogliatoio aspetta il presidente

De Laurentiis resta arrabbiato. Anche adesso che è a LA, migliaia di chilometri lontano. E la via legale per tutelarsi gli sembra sempre la strada giusta. Con la squadra che aspetta una decisione. E magari anche di parlare col presidente; e c’è chi più di altri, tra rinnovi e malintesi, ne avrebbe piacere, chiedere a Mertens. È una sosta che sembrerà lunghissima e quindi per certi versi anche perfetta. Sì, ideale per riavviare un dialogo. Per ricominciare a parlarsi. Per capirsi. Perché in fondo è interesse di tutti venirne fuori. E dentro, nello spogliatoio, è questa la grande missione di Ancelotti. Del leader calmo in una città che resta agitata.