"Il Var migliorerà certamente ma nasce per ridare credibilità non per eliminare gli errori". Le parole del designatore di Serie A durante l'incontro tra capitani, allenatori e arbitri: "Percepisco una non perfetta conoscenza del regolamento da parte dei club. Lazio-Lecce? Lì c'è un errore di base arbitrale". Tensione con Ancelotti
Un incontro atteso, per fare chiarezza dopo le polemiche tra club di Serie A e classe arbitrale. Dall'Hotel Parco dei Principi di Roma, il designatore degli arbitri Nicola Rizzoli è intervenuto sottolineando soprattutto gli errori di comunicazione tra le parti: "Non possiamo chiarire l'applicazione delle regole se di base non siamo al corrente di queste regole. Altrimenti le polemiche diventano sterili: percepisco una non perfetta conoscenza delle regole da parte dei club", spiega l'ex arbitro. Ammettendo però lo sforzo finora insufficiente da parte dell'Aia: "Mea culpa, saremmo dovuti andare nei raduni delle squadre di Serie A a spiegare il regolamento e in particolare il fallo di mano". Per il quale Rizzoli ricorre all'esempio dell'Uomo vitruviano: "Nel vecchio regolamento, quando si parlava di fallo di mano si parlava di volontarietà, adesso si parla di tocco. Oggi, o resettiamo questa parola o ci creerà dei problemi. Il criterio geometrico è più forte di quello dinamico. Se il braccio è lungo il corpo non è mai punibile, si trova in una zona di non punibilità. In caso le braccia siano sopra le spalle, allora è fallo".
Il botta e risposta con Ancelotti
L'ex arbitro poi continua sull'utilizzo della tecnologia: "Questo deve essere il nostro obiettivo comune", spiega Rizzoli, "senza dimenticare che alcune novità non sono state ancora digerite: il Var non nasce per eliminare gli errori, ma per restituire credibilità allo sport più amato. E ricordo che è entrato in vigore solo nel 2018, mentre l'Italia in via sperimentale l'ha introdotto nel 2017. Insomma, siamo solo alla terza stagione e migliorerà certamente". Nell'ultima giornata, un esempio positivo, seppur circondato dalle proteste, è arrivato durante Lazio-Lecce, in occasione del gol annullato a Lapadula dopo l'errore dal dischetto di Babacar. "Il Var capisce subito che Lapadula è dentro l'area e alla fine comunica che è entrato prima all’arbitro. C’è un errore di base arbitrale e non siamo qui per nasconderci", ammette. "Possiamo fare di più, su questo non c’è dubbio". La svista da matita rossa è arrivata durante Napoli-Atalanta, con il contatto Kjaer-Llorente: "Lì avremmo dovuto fermare il gioco". Un altro mea culpa che ha fatto sorridere Carlo Ancelotti: "Bene. Sono contento, ora posso andare via…", la battuta dell'allenatore degli azzurri dalla sala dell'hotel.
Il ruolo dei capitani con gli arbitri
Rizzoli continua poi facendo chiarezza su chi è addetto dal regolamento a dialogare con l'arbitro durante la partita. Pochi dubbi in questo caso: "Con i nostri comportamenti, stiamo veicolando tutti un messaggio sbagliato: è il capitano che deve prendere più responsabilità e peso proprio per evitare le proteste dei compagni". Quindi nessuno spazio ad altri interlocutori: "Se ci andasse solo il capitano dagli arbitri, io li obbligherei a parlare ancora di più e spiegare la decisione".