Debutto bis per Ibrahimovic in rossonero, ma senza la gioia della vittoria. Lo svedese entra al 55' e crea subito, tra un paio di colpi di testa e due ottimi assist per i compagni. Chance anche per Suso nel primo tempo e Leao nella ripresa: la più clamorosa insieme a quelle per Gabbiadini, fermato miracolosamente due volte da Donnarumma
MILAN-SAMPDORIA 0-0 (highlights)
MILAN (4-3-3): Donnarumma; Calabria, Musacchio, Romagnoli, Hernandez; Krunic (85' Paquetá), Bennacer, Bonaventura (56' Leao); Suso, Piatek (55' Ibrahimovic), Calhanoglu. All. Pioli
SAMPDORIA (4-4-2): Audero; Bereszynski, Chabot, Colley, Murru; Ramirez (30' Depaoli, 42' Jankto), Thorsby, Vieira, Linetty; Gabbiadini, Quagliarella (86' Ekdal). All. Ranieri
Ammoniti: Krunic (M), Depaoli (S), Thorsby (S), Colley (S), Bereszynski (S), Linetty (S)
Ibrahimovic c'è. La vittoria no. Senza bacchetta magica lo svedese non riesce a portare i tre punti al Milan, in un San Siro elettrico dove la sfida - di fatto - è iniziata al minuto numero 55, quello del debutto bis dello svedese. I sessanta mila rossoneri aspettavano solo lui. Boato all'ingresso in campo nel riscaldamento. Boato alla lettura del numero 21 durante le formazioni. E anche all'inizio del warm-up a bordocampo e al cambio. Subito protagonista: due colpi di testa (uno al centro ma senza l'inserimento di alcun compagno, l'altro centrale e parato). Poi due pennellate: per Krunic in area (che spreca) e per Leao (che fallisce una sponda aerea con un compagno tutto solo in mezzo all'area). Occasioni sì, ma solo in potenza. Poi gli applausi ai compagni, la motivazione costante. Ma non il gol. Due chance anche per Suso nel primo tempo. Una clamorosa per Leao nella ripresa, dove Donnarumma è stato costretto agli straordinari due volte su Gabbiadini. Milan-Samp finisce così 0-0. La sensazione è quella di una squadra, quella di Pioli, ancora alla ricerca dell'identità per far sua la partita e imporsi. Ma anche che Ibrahimovic - non di certo ancora al top fisico - possa dare una mano là davanti.
La partita
Senza Ibra tra i titolari, il Milan si affida così al tridente composto da Suso, Piatek e Calhanoglu. A centrocampo c'è Krunic, panchina per Kessié e Paquetá. Bennacer e Bonaventura titolari come nell'ultima del 2019: il pesantissimo ko di Bergamo contro l'Atalanta. Mentre in difesa torna dalla squalifica Theo Hernandez. Il 442 è invece il sistema di partenza scelto da Ranieri. Julian Chabot gioca titolare al centro della difesa con Colley: per il tedesco classe 1998 è la terza presenza dal primo minuto in A. Ramirez parte esterno, sorpresa Thorsby a centrocampo con Vieira. Gabbiadini in attacco con Quagliarella.
Dunque il via al match, con San Siro che, nei primi quarantacinque minuti, si accende una sola volta: ed è per Zlatan Ibrahimovic che si alza dalla panchina e inizia il riscaldamento. Qualche chance per i rossoneri nel primo tempo arriva, ma la sensazione generale è, fin da subito, quella di un Milan in difficoltà nell'impensierire gli avversari. Il primo a provarci è il solito Theo Hernandez di testa su un corner (con successivo tiro anche di Bonaventura, murato). Poi una doppia chance anche per Suso in area: prima un tiro parato a cui segue un grande recupero di Chabot in scivolata: probabilmente l'occasione più nitida. Sul fronte opposto la Samp, che perde sia Ramirez che Depaoli (il suo sostituto) per infortunio, si rende pericolosa solo con Jankto nel finale, a cui viene giustamente annullato l'1-0 per fuorigioco.
La ripresa si apre allora con un San Siro ancor di più in spasmodica attesa per Zlatan Ibrahimovic, quasi come se il primo tempo fosse solo un preambolo alla vera partita: quella con lo svedese in campo. A creare i primi pericoli è però Gabbiadini, fermato ben due volte da Donnarumma in uscita e poi vicinissimo al vantaggio con un mancino alto dai venti metri, con quasi mezza porta vuota dopo l'uscita dello stesso Donnarumma (a vuoto). Tre colossali chance a ridosso del minuto numero 55, quello dove entrano Ibra e Leao. Zlatan ci prova subito con un paio di colpi di testa e due assist per i compagni (che sprecano, prima Krunic e poi Leao). Dunque lo stesso Leao si divorerà il vantaggio al minuto numero 71 sotto porta, in un match diventato molto più intenso grazie al solo ingresso del nuovo arrivato, ma - di fatto - con una sola vera palla gol rossonera. A nulla serve la mossa Paquetá nel finale, dove nessuno si avvicina al colpaccio al fotofinish. Milan ancora rimandato. Ma almeno con un Ibra in più.