Ancelotti: "Eriksen? Può giocare davanti la difesa come Pirlo"

Serie A

L'allenatore dell'Everton parla a Radio Deejay: "Il danese è un giocatore completo. Può fare benissimo anche davanti la difesa, come Pirlo". Poi sul campionato italiano aggiunge: "Per lo Scudetto non so dire chi è favorito, è davvero una bella lotta"

Carlo Ancelotti ha da poco chiuso la sua avventura a Napoli. Ma è rimasto poco tempo fermo, subentrando subito sulla panchina dell'Everton e trascinando i Toffees verso la zona Europa. "Domani abbiamo una partita tosta - dice l'allenatore italiano a Radio Deejay -. Qui c’è un bell’ambiente, mi hanno accolto bene. La squadra si è ripresa, adesso ci aspetta un mese di partite impegnativo. In Inghilterra c’è un’atmosfera completamente diversa. Quello che fa la differenza è l’ambiente esterno: stadi bellissimi e sempre pieni, rispetto per l’avversario, non ci sono violenze e insulti. È tanti anni che è così". Il discorso, però, finisce inevitabilmente sulla Serie A e in particolare su uno dei pezzi pregiati nuovi del campionato: Christian Eriksen. "È un centrocampista completo - spiega -. Può giocare tra le linee o come centrocampista basso. Come caratteristiche lo vedo molto simile a Pirlo: molto lineare nel gioco, limpido nel passaggio, pulito e con un gran tiro da fuori. Potrebbe giocare davanti la difesa, ma fa benissimo anche davanti". Sulla corsa Scudetto, invece, ha le idee meno chiare: "È una lotta molto avvincente rispetto agli anni passati - aggiunge -. Dire chi è favorito è molto complicato. Può esserlo la Juve perché ha più esperienza a gestire queste situazioni, l’Inter perché ha un nuovo allenatore e ha riportato entusiasmo, la Lazio che è una sorpresa e non ha le coppe. La Juve ha il vantaggio di avere un giocatore che fa gol quasi tutte le partite, ma Immobile e Lukaku più o meno fanno lo stesso".

"L'allenatore deve adattarsi alle caratteristiche dei giocatori. Napoli e Milan sono in ripresa"

Ancelotti si sofferma poi sulle difficoltà incontrate da Sarri per imporre il suo gioco: "Quando devi gestire determinate rose anche l’allenatore deve sapersi adattare - afferma il 60enne emiliano -. Concordo con quello che ha detto lui: bisogna mettere giocatori in campo nelle condizioni per far meglio. Il calcio è tutto: difesa, attacco, contropiede, catenaccio. Nel calcio è tutto buono, non c’è un sistema di gioco vincente. Ci sono tante cose da fare e bisogna farlo in base alle caratteristiche dei tuoi giocatori". Uno sguardo, infine, sull'Europeo ("Sarà un torneo incerto. L'Italia ha fatto passi da gigante, la vedo molto bene") e su quello che è stato il suo passato: "Il Napoli lo seguo ancora e lo seguirò sempre - conclude il manager dell'Everton -. Stanno facendo bene, sono contento che Fabian Ruiz abbia ritrovato la condizione migliore. Adesso c’è questa bella partita col Barcellona che è più incerta di quanto possa sembrare perché adesso non sta viaggiando a mille. Per il Milan, invece, è stato un momento difficile, ma pare che adesso ci siano segnali di risveglio. Le parole di Gazidis? La storia e la tradizione di un club devono essere rispettati al 100%, poi bisogna fare i conti con i bilanci. Abbiamo visto quello che sta succedendo con il Fpf. Serve un bel programma".