Il cigno nero del calcio italiano

DI PAOLO CONDÒ
Paolo Condò

Paolo Condò

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Paolo Condò, intervenuto in diretta a SkySport24, ha commentato la decisione di rinviare le partite inizialmente previste a porte chiuse, analizzando la difficile situazione in cui si trova adesso il nostro campionato

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"È il cigno nero del calcio italiano". Paolo Condò, intervenuto a SkySport24, ha utilizzato questa metafora per commentare il rinvio delle cinque partite della 26^ giornata inizialmente previste a porte chiuse. La metafora del cigno nero descrive un evento imprevisto, che provoca conseguenze rilevanti. È quello che sta avvenendo in questi giorni nel nostro calcio dopo l'emergenza coronavirus. "Il presidente della Lega di Serie A Dal Pino si è comportato da commissioner: ha preso una decisione, per quanto secondo me sia sbagliata, ma l’ha presa", ha esordito Condò. Una situazione complessa. Unanimità dovrebbe essere la parola chiave, ma a volte sembra difficile venire incontro alle esigenze di tutti i club.

Il "giustamente" che c'è in ogni soluzione

"Io avrei fatto giocare Inter-Sampdoria a porte chiuse per creare un precedente e far disputare anche le partite di questa giornata senza pubblico – prosegue Condò -. Ma è chiaro che siano stati sentiti tutti i club, così come è chiaro che la Juve abbia chiesto di non scendere in campo a porte chiuse. D’altronde lo Stadium non era squalificato e il club bianconero giustamente ha tutto il diritto di giocare in casa davanti ai propri tifosi. Così come l’Inter, giustamente, non può ridursi a giocare tutte le partite nel mese di maggio. Come si vede, il giustamente compare da una parte e dall’altra".

L’importanza di salvaguardare la consecutio 

Un altro aspetto da tenere in considerazione è quello di salvaguardare la consecutio temporum delle partite. Il big match Juve-Inter avrebbe dovuto essere collocato a marzo, non nel finale di campionato. "Credo che sia giusto conservare la consecutio stabilita ad agosto con la creazione del calendario – ammette Condò -. Non si può arrivare a giocarsi lo scudetto all’ultimo, Juve-Inter non può essere l’ordalia finale".  

Il paragone con il Clasico

Juve-Inter avrebbe dovuto essere l’alternativa al Clasico tra Real Madrid e Barcellona, ma tra lo spettacolo del Bernabeu e un match senza pubblico non ci sarebbe stata partita. "Il big match a porte chiuse si sarebbe giocato in contemporanea con il meraviglioso Clasico di Madrid: per un prodotto che la Lega sta provando a vendere sul mercato internazionale, il colpo sarebbe stato grave – spiega Condò -. Anche questo è un argomento. Anche perché nel programma del presidente Dal Pino c’è l’esigenza di rafforzare la quota di soldi che arriva dall’estero".

Le proposte per evitare altri cigni neri

La speranza è che l’emergenza coronavirus e il conseguente calendario ingolfato facciano riflettere tutto il calcio italiano. "Spero che i presidenti di Serie A ripenseranno a varie opzioni: a un campionato a 18 squadre, a iniziare prima e non a fine agosto, a una sosta di natale più compressa con la possibilità di introdurre nuovamente il boxing day. Il cigno nero, il disastro perfetto, si sta verificando perché non è stata presa nessuna precauzione a livello di calendario".

Inter-Samp, l'extrema ratio

Infine, Condò illustra la sua personale proposta per Inter-Samp, partita della 25^ giornata rinviata e ancora orfana di una data. "È una gara da giocare il prima possibile per snellire il calendario di maggio – commenta Condò -. Se l’Inter batterà il Getafe e passerà ai quarti di Europa League, penso a un’extrema ratio: al ritorno dalla pausa per le nazionali Inter e Sampdora giocheranno domenica 5 aprile rispettivamente contro Bologna e Spal: le due partite potrebbero essere anticipate al sabato, per poi giocare il lunedì successivo Inter-Sampdoria. Mi rendo conto che i tempi sono strettissimi, ma ci sarebbe parità di condizioni per entrambe le squadre. Anche perché poi l’Inter, se superasse il turno di Europa League, dovrebbe giocare di nuovo il giovedì".