L’ufficialità del divorzio tra il croato e il Milan è attesa a breve. Dopo la dura presa di posizione del Chief Football Officer del Milan contro l’ad Gazidis, il rapporto con il Milan è già virtualmente finito. Da decidere le modalità dell’addio, che sarà certamente non indolore. In bilico anche la posizione di Paolo Maldini. A giugno, in ogni caso, rivoluzione con gli uomini di Gazidis e quasi certamente Ragnick in panchina
L’avventura di Boban con il Milan si conclude dopo 8 mesi di tante speranze e, alla fine, molte, forse troppe, incomprensioni. La notizia non è ancora ufficiale, ma oramai certa, e arriva dopo giorni di parole forti e nette, che forse non lasciavano presagire una conclusione così repentina del rapporto ma di certo avevano squarciato in due il mondo rossonero, portando allo scoperto una serie di problemi e frizioni che stavano complicando il lavoro della nuova dirigenza. Da una parte l’amministratore delegato Ivan Gazidis, dall’altra il terzetto composto da Boban, Maldini e Massara. La richiesta lanciata a gran voce dal croato è stata sin troppo chiara: autonomia assoluta per l’area sportiva, sulla quale da oramai diverso tempo Gazidis aveva messo le mani attraverso un team di dirigenti e consulenti personali (Hendrik Almstadt e Geoffrey Moncada, attualmente responsabile scouting del Milan), come dimostrano i sondaggi già fatti con il tedesco Ralf Rangnick - rilanciati inizialmente dal quotidiano Bild – per la direzione tecnica della prossima stagione. Quasi un affronto per uno come Boban, chiamato nel giugno del 2019 a risollevare insieme a Maldini le sorti del Milan e ora sentitosi completamente escluso dai progetti futuri. Da qui la richiesta di avere totale autonomia sulla sfera sportiva, ovviamente non accolta da Gazidis, e dunque l’oramai certo finale della storia. L’ufficialità ci sarà solo quando saranno trovate le modalità del divorzio (licenziamento, rescissione consensuale?), ma è chiaro che nel futuro del Milan non ci sarà Boban. Ma molto probabilmente, anche se in un altro ruolo, Ralf Rangnick.
Boban: "Milan unito? Ci credevo fino a qualche giorno fa"
"Unità d’intenti? Prendendo atto di mille difficoltà iniziali, delle differenze culturali e delle passioni rossonere ben diverse, con tutte le divergenze di vedute e qualche volta opposti pensieri, ancora qualche giorno fa pensavo fosse questa la realtà", con queste parole rilasciate alla Gazzetta dello Sport, Zvone Boban ha portato allo scoperto le due anime presenti all’interno del Milan. Da un lato la parte sportiva, dall’altro l’Ad Gazidis: "I contatti con Rangnick? Non avvisarci è stato irrispettoso e inelegante. Non è da Milan. Almeno quello che ci ricordavamo fosse il Milan. Per come la vedo io, l’unità significa condivisione, l’unità è rispetto”. Boban che non aveva risparmiato anche critiche a Elliott: "La proprietà deve essere chiara sia nel budget che negli obiettivi. In sintesi: noi rispettosi delle esigenze di equilibrio economico finanziario per garantire una sana e corretta gestione della società, la proprietà rispettosa dei risultati sportivi affidati a chi rappresenta la storia e i valori di un grande club. Al momento, nonostante gli sforzi nel mercato di gennaio e i tanti tagli, con due cessioni importanti e l’alleggerimento che deriva dai relativi ingaggi, non sappiamo che margini avremo", le parole del croato.