Terminati i 15 giorni in isolamento domiciliare, alcuni giocatori stranieri nerazzurri hanno deciso di lasciare l'Italia dopo il via libera della società e tornare in patria durante questo periodo di emergenza
L'11 marzo scorso la Juve ha annunciato la positività di Rugani al Covid-19 e l'Inter, sua avversaria in campo nel weekend precedente, ha immediatamente imposto un isolamento domiciliare preventivo ai suoi tesserati. Così giocatori, allenatore, staff e dirigenti si sono chiusi in casa per 15 giorni. Due settimane in cui Conte non ha abbandonato i suoi ragazzi ("ci segue da vicino anche da casa", hanno confermato De Vrij e D'Ambrosio), chiamati a seguire allenamenti personalizzati e precise linee di alimentazione su indicazione del nutrizionista Pincella. Lunedì il periodo di isolamento - durante il quale nessuno ha manifestato sintomi e la società non ha applicato tamponi - è terminato e il club ha dato il via libera ai giocatori, in caso di necessità, di poter lasciare l'Italia e andare all'estero per raggiungere le proprie famiglie. I primi a partire sono stati Handanovic e Brozovic, con quest'ultimo che è volato a Zagabria subito dopo il violento terremoto che ha colpito la capitale croata. Quest'oggi, poi, è stato il turno di Lukaku che, già nei giorni scorsi, aveva sottolineato quanto gli mancassero la madre e il figlio. In Inghilterra, invece, sono tornati Moses e Ashley Young. Stessa meta per Eriksen, costretto a passare le ultime due settimane da solo ad Appiano Gentile dopo la chiusura dell'albergo in cui alloggiava. È volato dall'altra parte del mondo, infine, Godin: il difensore 34enne è tornato nel suo Uruguay.