Intervenuto a Casa Sky Sport, Massimo Oddo ripercorre la sua carriera da calciatore: "Il Mondiale 2006 fu l'impresa del gruppo, ma che exploit Grosso. Con il Milan ho vinto tutto, ma con la Lazio il legame è ancora più forte"
Con il calcio giocato ha smesso nel 2012 per diventare allenatore: Pescara, Udinese, Crotone e l’ultima esperienza alla guida del Perugia (fino a gennaio 2020), questa la carriera in panchina fino a questo momento per Massimo Oddo. Che, tra i ricordi più belli della sua vita, ha sicuramente il Mondiale del 2006 vinto da calciatore con l’Italia. "Per fare un'impresa così, in tanti sono stati decisivi, sia in campo che fuori. Questa è la premessa. Poi ovvio che chi va in campo fa qualcosina in più, ma quell’anno veramente ci sono stati tanti giocatori che hanno fatto la differenza”, le parole pronunciate da Oddo intervenuto in diretta a Casa Sky Sport, contenitore di Sky Sport durante il quale rivolgiamo le domande dei nostri abbonati ad alcuni protagonisti dello sport. "Io credo che l’exploit più grande, per i palcoscenici che non aveva calcato fino ad allora, sia stato quello di Fabio Grosso. Però poi ci sono stati tanti altri giocatori che sono stati determinanti, come Zambrotta, Cannavaro, Materazzi, Barzagli. Io credo però che l’elemento più determinante sia stato il gruppo", ha proseguito Oddo.
"Col Milan ho vinto tutto. Con la Lazio legame ancora più forte"
Oddo che ha poi ricordato la sua carriera da calciatore, soffermandosi sulle esperienze più importanti vissute con la maglia della Lazio e del Milan. "Quella rossonera è la squadra che mi ha permesso di vincere tutto quello che ho vinto nella mia carriera, a parte il Mondiale e una Coppa Italia con la Lazio. Con il Milan ho vinto tutto e quindi c'è un legame incredibilmente forte. Non da meno, forse qualcosina in più, con la Lazio, ma per una questione solo di tempistiche”, afferma Oddo. Che ripercorre gli anni vissuti in biancoceleste: "Io sono stato l’ultimo acquisto dell’era Cragnotti e ho vissuto il periodo della grandissima Lazio che aveva giocatori incredibili come Nesta, Crespo, Stam, Favalli, Stankovic. Poi un anno mi sono ritrovato a lottare per non retrocedere con la maglia biancoceleste, per poi riprendere quota e lasciarla praticamente in Champions League, grazie al quarto posto in campionato. Io andai via a metà anno, ma quella qualificazione alla Champions la sento particolarmente mia: fino a quel momento avevo fatto sei gol e tanti assist, però più che i numeri conta il fatto che ho vissuto la grande Lazio, una Lazio ridimensionata e poi la ripresa di questa squadra che ancora oggi sta facendo cose egregie", ha concluso Oddo.