Dybala: "Coronavirus, che paura! Sul taglio stipendi idee diverse, ma è stato giusto"

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L'attaccante bianconero in convalescenza dopo la positività al Covid-19: "Mi mancava il fiato dopo 5 minuti di allenamento, all'inizio ho avuto paura. Per fortuna sto molto meglio. Taglio stipendi? Nella chat di squadra c'erano opinioni diverse, ma era la cosa giusta da fare. Rimpiango ancora una frase infelice su Messi"

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La ripresa dopo lo spavento, Paulo Dybala supera il coronavirus e tra Juventus e Argentina si racconta ai microfoni di AFA Play, broadcast ufficiale della nazionale albiceleste: "Per fortuna adesso sto molto meglio", sorride in videochat il numero 10 bianconero. "Ma non lo nascondo: all'inizio ho avuto paura". Anche per un ragazzo di 26 anni, i sintomi della malattia si sono rivelati tutt'altro che trascurabili: "Mi stancavo in fretta, volevo allenarmi ma dopo 5 minuti ero già senza fiato", spiega Dybala. E a quel punto ho capito che qualcosa non andava. Avevo una brutta tosse, tanta debolezza e sentivo freddo. Di certo questo virus non è una sciocchezza. Tutti lo devono capire e stare a casa, in Italia ci sono parecchi morti".

"Ad alcuni giocatori della Juve mancava una partita per il bonus"

L'ultimo gol bianconero prima della pausa è stato proprio di Dybala, nel 2-0 sull'Inter: "Erano giorni di grande incertezza", ricorda l'argentino. "Non sapevamo nulla, se avremmo continuato a giocare o ad allenarci". Poi il calcio si ferma. E anche la Juventus: "Abbiamo una chat di spogliatoio in cui ci teniamo sempre aggiornati", Dybala racconta il dietro alle quinte che ha portato al taglio dello stipendio dei giocatori bianconeri. "Chiellini da capitano aveva parlato con il presidente, per poi farci capire cosa stava succedendo e che il club aveva bisogno di una mano visto l'impatto economico dello stop. Così abbiamo optato per il taglio degli stipendi". Una scelta discussa a lungo all'interno dello spogliatoio: "C'erano diverse opinioni, ad alcuni giocatori mancava una partita per raggiungere un premio. Non è facile trovarsi tutti d'accordo per un tema così delicato. Però siamo giunti alla conclusione che questa era la cosa giusta da fare".

"Quella frase su Messi..."

Dybala torna poi sull'esperienza con la nazionale, dove ad oggi ha messo a referto 2 gol in 29 presenze. E qualche rimpianto: "Ricordo ancora l'emozione della prima convocazione", nell'autunno 2015 con Gerardo Martino. "Avevo 21 anni, ero alla Juventus e si parlava molto di me. Stavo dando tutto, ero molto contento. Poi quando l'allenatore ha comunicato chi avrebbe giocato io non ero nella lista. E nemmeno nelle partite successive. Una grande amarezza per me, la famiglia mi fu molto vicino". Anche quattro anni dopo, "ma per condividere la gioia del primo gol, contro il Messico". La riconciliazione tra Dybala e  l'Argentina è arrivata solo a metà carriera: "Mi dispiace per come sono andate le cose finora", ammette Paulo. "Mi sarebbe piaciuto dare di più alla Nazionale: forse avrei dovuto spiegare meglio quella frase sulle mie difficoltà a giocare con Messi. Era facile interpretarla male".