Albertini a #CasaSkySport: "Il Governo ci dica come e quando riprendere"
#CASASKYSPORTL’ex giocatore del Milan, oggi consigliere federale, è stato ospite di Casa Sky Sport: "Il calcio non è un mondo a parte, ha bisogno di indicazioni su come e quando ripartire perché una fase 2 arriverà sicuramente"
Dopo tante vittorie da calciatore, oggi Demetrio Albertini è un affermato dirigente sportivo e consigliere federale FIGC. Ospite di Casa Sky Sport, ha affrontato diversi temi, tra cui la ripresa dei campionati: "Ciò che vedo da esterno è che fino ad oggi si è parlato tanto di ciò che non si può fare, come ad esempio niente allenamenti fino al 3 maggio. Credo che sia il momento che chi ha potere decisionale si esprima su quando si potrà fare qualcosa. Il calcio non è un mondo a parte. Non si può immaginare di riprendere velocemente, ma intanto serve una decisione: le squadre si vogliono far trovare pronte, ci sono giocatori che devono tornare da fuori. Se non fosse possibile riprendere se ne prende atto, la priorità è la salute non solo dei calciatori ma di tutti. Chi ci governa dovrà dirci come e quando si potrà ricominciare. Non dobbiamo dimenticarci anche di Serie B e Serie C, che sono anche loro professionisti. La Federazione si occupa di tutto il sistema calcio. Il mondo del calcio si sta confrontando, così da poter dare un contributo al ministro Spadafora".
Avere il polso della situazione
Per Albertini servirà una certa lucidità per prendere la decisione migliore per la ripartenza. "Noi abbiamo una situazione differente rispetto ad altri paesi perché siamo gli unici ad avere tre leghe professionistiche con i rispettivi consigli direttivi. Bisogna rimanere concentrati su ciò che è successo e ciò che succede, tutti questi morti. Non è semplice. Bisogna con freddezza e cinismo avere il polso della situazione ma senza perdere di vista ciò che realmente sta succedendo. Dobbiamo governarla e capire quello che può essere il futuro, anche perché questa fase 2 arriverà prima o poi e non parlo solo del calcio. La diversità tra Serie A e tutti gli altri sport è sotto gli occhi di tutti" ha proseguito.
A un passo dai trionfi
Un Mondiale perso ai rigori, un Europeo perso ai supplementari: il trascorso di Albertini con la Nazionale non è dei più fortunati. "Le esperienze più belle sono quelle del 1994 in cui ho vinto la Champions League e lo scudetto e ho perso una finale mondiale ai rigori, ma ci metto anche la mia partita d'addio per la presenza di tutti i compagni e i tifosi che ci sono voluti essere. La più brutta è l'Europeo del 2000, più dei Mondiali 1994, perché lì non sognavo di vincere il campionato del mondo, invece di quello rimane l'amaro in bocca. Ferrara dopo la semifinale con l'Olanda disse 'complimenti a tutti, li abbiamo rinchiusi nella nostra area non li abbiamo fatti uscire': credo sia una delle frasi più belle che abbia sentito nel calcio" ha spiegato l’ex centrocampista di Milan e Barcellona.
L’erede Tonali, il Milan e la Nazionale
"Tonali mi ricorda abbastanza, ma le etichette non sono belle e io le ho avute. I centrocampisti sono comunque un po' cambiati. Tonali è un giocatore che ha caratteristiche simili alle mie" ha detto Albertini. Che poi ha parlato del Milan di oggi: “Su quando potremo rivedere il vero Milan dipenderà dalla dirigenza, serve un progetto sportivo e non riguarda solo il mercato. Negli ultimi anni sembra che si riparta ogni volta da zero". È molto più fiducioso per l’Italia guidata da Mancini: "È una squadra di talento, sono tanti giovani e possono stare tanti anni in Nazionale, magari scrivendo pagine importanti del calcio italiano. Lo auguro tantissimo a questi ragazzi, magari a cominciare dal prossimo anno".
L’incontro con Messi
Messi fu tra le prime persone incrociate da Albertini al suo arrivo a Barcellona: "Arrivai a gennaio, andai al campo di allenamento ed ero da solo perché la squadra aveva il giorno libero. Arrivò Messi, Laporte allora presidente mi chiese se sapessi chi fosse, io dissi di no, all'epoca era un ragazzino della cantera. Poi dopo due allenamenti ho capito. Si vedeva che poteva diventare un grandissimo".