Cruz a Casa Sky Sport: "Io e Ibrahimovic, che coppia. E quel gol alla Juve…"

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L’argentino è stato ospite di Casa Sky Sport: "Oggi seguo mio figlio, calciatore del Banfield. All’Inter mi trovavo benissimo con Ibra e Recoba, quel gol a Torino su punizione fu speciale. Nel 2006 eravamo noi i favoriti ai Mondiali"

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Bologna, Inter e Lazio: dieci anni in Italia in cui ha vissuto i momenti più belli della sua carriera di calciatore. Ma ora Julio Cruz segue i progressi del figlio ventenne. "Mai mi sarei aspettato che arrivasse così presto in prima squadra nel Banfield. Con lui ci sarà un altro Cruz calciatore. In Italia? Magari. Ora sta bene qui ma spero che un domani possa arrivare in un grande campionato come quello italiano. È ancora piccolo, diverse società italiane l'hanno visto e me ne hanno parlato, ma non c'è ancora nulla" ha spiegato l’ex attaccante, ospite di Casa Sky Sport. Quindi ha ricordato le stagioni all’Inter: "Mi piaceva molto giocare con Ibrahimovic, anche se eravamo fisicamente simili ci trovavamo benissimo. Ci fu un anno che segnammo tanto. Poi c'era anche Recoba. Il gol che ho sentito di più è stata la punizione al Delle Alpi contro la Juventus, che poi è stato il primo gol con la maglia dell'Inter: nessuno si aspettava che potessi calciare. I tifosi ci chiedevano di vincere a Torino perché non succedeva da 11 anni lì, e sono stato felice di aver segnato".

L’addio all’Inter e il presente dei nerazzurri

"Moratti voleva che io rimanessi ma non me la sentivo più. Mi ha fatto molto piacere però che abbiano raggiunto quel traguardo, la città e i tifosi aspettavano da tanto quel momento. La vita è così, io sono grato per tutto ciò che ho fatto e non rimpiango nulla. Sono un fortunato nella vita ad aver fatto il calciatore e vissuto grandi emozioni nelle varie squadre in cui sono stato" ha raccontato Cruz. La tradizione di un attaccante argentino si è tenuta viva ancora ad oggi, con Lautaro Martinez: "Spero che resti, sta dimostrando di essere un grandissimo calciatore. Se dovesse partire, non vedo al momento un altro attaccante da affiancare a Lukaku. Mi auguro però che possa essere il centravanti giusto per l'Argentina. Messi all'Inter? Difficile, non penso che vada via dopo tutto ciò che ha costruito a Barcellona".

Il ricordo di Gazzoni Frascara

Cruz ha voluto dedicare un pensiero a Giuseppe Gazzoni Frascara, ex presidente del Bologna scomparso nelle scorse ore: "È stata una bravissima persona e un presidente eccellente. La sua scomparsa mi ha intristito. Bologna è stata la porta del mio arrivo in Italia, la città è bellissima. Arrivavo dall'Olanda, dove il paese è piuttosto nuovo, il contrario invece di com'è l'Italia. Mi ricordo Casteldebole, il primo allenamento con Signori e Guidolin e l'albergo dove andavamo in ritiro: vedere le persone che ci accompagnavano durante il tragitto per andare allo stadio ti caricava prima di entrare in campo. I primi tempi sono stati difficili come per tanti calciatori che arrivano da altri campionati".

Il Mondiale 2006

L’Argentina era una delle candidate alla vittoria dei Mondiali 2006. Si sarebbe dovuta trovare sul cammino dell’Italia in semifinale, ma fu eliminata ai calci di rigore dalla Germania. "Tutti sappiamo che avevamo una grandissima squadra, ma il calcio è così. Poi ricorderete ciò che successe con Calciopoli e nessuno pensava che l'Italia potesse arrivare in finale o addirittura vincere, anche se c'erano tanti calciatori forti. I favoriti eravamo noi, ma è tutto imprevedibile" ha osservato Cruz.

Cambiasso: "Mourinho seppe gestirci"

Anche Esteban Cambiasso è stato ospite di Casa Sky Sport, dove ha parlato dell’Inter del passato e di ciò che può essere nel suo futuro. "Il mio giocatore dell'Inter preferito? Sarebbe un'ingiustizia totale sceglierne uno" ha esordito l’argentino. Ricordando l’anno del Triplete, ha discusso delle capacità di Mourinho sulla gestione degli aspetti emotivi: "È stato bravo ad equilibrare le nostre motivazioni, ci ha tranquillizzato. Anche perché spesso i calciatori hanno molta motivazione e gli allenatori devono essere bravi a gestirle. E José lo è stato, ci ha dato sicurezza per la tutta la stagione". Infine, la suggestione di allenare l’Inter: "Se dovesse chiamarmi Zanetti, a cui sono legato da una profonda amicizia, avrei difficoltà perché la stessa persona che ti chiama per affidarti un lavoro è probabilmente la stessa che poi ti manda via e sono cose che un allenatore deve capire. Quindi quasi spero che non mi chiami".

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