Stipendi Serie A, il braccio di ferro fra società e giocatori

Coronavirus
Luca Marchetti

Luca Marchetti

Il refrain è sempre lo stesso: non si gioca, niente stipendi. Un’equazione così lineare però difficilmente potrà essere applicata

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La maggior parte dei costi sostenuti dai club di serie A è rappresentato proprio dagli stipendi dei calciatori. Il 70%, in media, arriva da lì. Ma nessuna squadra può decidere di non pagare più. E anche se in Figc si sa ragionando se rendere più morbide alcune scadenze (ma questo non vuol dire non pagare), alla Fifa hanno già detto che non pagare non si può. Come non si può svincolarsi. Il coronavirus è una causa di forza maggiore e quindi, almeno per la FIFA, non è colpa di nessuno. Né delle società, né dei giocatori. In estrema sintesi: tu società non puoi non pagarmi, tu giocatore non puoi svincolarti.

Se la società decidesse di non pagare davvero?

Al di là della possibile messa in mora (sempre che vengano mantenuti questi criteri), allora sì, in quel caso, è possibile addirittura lo svincolo da parte dei giocatori, che otterrebbero la proprietà del loro cartellino. Certo, arrivare a una totale contrapposizione insomma non conviene a nessuno. Tutti aspettano delle linee guida, che non possono arrivare perché qualsiasi accordo collettivo deve poi essere recepito individualmente. L’AIC può solo dare delle indicazioni, non obbligare nessuno.

Gli accordi società-giocatori

Ecco perché Parma, Juventus e Roma hanno fatto un grande passo in avanti che finora non è stato imitato da altre società. Schemi diversi, strategie diverse: ma il risultato è simile. I giocatori e la società hanno trovato un accordo. Gli altri stanno ancora parlando: vogliono vedere e capire come evolve la situazione, in un verso o nell’altro. Quei giocatori che manifestano perplessità a proposito di una possibile ripresa del campionato, aspettano di capire se verranno pagati lo stesso anche se non si giocherà, e per gli allenamenti, sia individuali, sia collettivi. I club fanno gli stessi conti, all’opposto. Il problema per ora viene mantenuto sottotraccia, ma è uno dei punti fondamentali, in vista di una eventuale ripartenza del campionato.