In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Bologna, la corsa di Mihajlovic: "Sto bene e in hotel mi annoio"

Serie A

Lo scorso 15 luglio iniziava le cure contro la leucemia, adesso – 300 giorni dopo – corre in campo a Casteldebole: "Sto bene e in hotel non so cosa fare. Boskov? Ripensandolo, piango e rido", le parole dell'allenatore del Bologna alla Gazzetta dello Sport

CORONAVIRUS, TUTTI GLI AGGIORNAMENTI

Condividi:

"Come sto? Bene bene, grazie... Torno qui anche domani (oggi, ndr): sono stato a casa dal 4 marzo e adesso che ci sto a fare in hotel?". Pantaloncini e scarpe da tennis, Sinisa Mihajlovic sorride dopo essersi allenato in solitaria a Casteldebole (il centro sportivo del Bologna) per un’ora e venti minuti. Pensieri e sensazioni decisamente diverse rispetto al 15 luglio 2019, quando iniziò le cure contro la leucemia. Domani saranno trascorsi 300 giorni da allora, dal fischio d’inizio della sua partita più difficile. I ricordi dell’allenatore serbo però vanno ancora più indietro nel tempo, a una figura importantissima per la sua carriera, per la sua via. "Per me Boskov è stato quasi come un padre", ammette Mihajlovic in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. "Quando penso a Vujadin non so se piangere o ridere da quanto era simpatico e spassoso. Pensi: gli unici due campionati vinti dal Vojvodina sono stati quelli con lui allenatore prima e io giocatore poi, nel ‘66 e nell’89", le parole di Sinisa.