Milan: scontro Maldini-Rangnick, da che parte sta Elliott?

milan
Peppe Di Stefano

Peppe Di Stefano

Dopo le durissime parole dell'attuale direttore tecnico sul possibile futuro allenatore rossonero la frattura tra i due appare insanabile. Ora si aspetta una presa di posizione da parte della società, in particolare di Ivan Gazidis

CORONAVIRUS, LE NEWS IN DIRETTA

Tra Maldini e Rangnick uno è inevitabilmente di troppo. La crepa dialettica tra i due è diventata voragine. E la situazione è oramai irrecuperabile. Il silenzio della società, della proprietà a seguito delle dichiarazioni all’ANSA di Maldini, completano il quadro e fanno in definitiva un rumore assordante. Sottili e taglienti, le accuse di Maldini non sembrano solo destinate a Ralf Rangnick, possibile futuro allenatore del Milan. Ma anche alla dirigenza rossonera. O meglio: all’amministratore delegato Ivan Gazidis. Chiamato adesso a prendere una chiara posizione.

 

Le frasi dello storico numero del Milan in apparenza sembra non abbiano nulla in comune con gli affondi con i quali Boban, qualche mese fa, puntava il dito contro Gazidis reo di non aver rispettato i patti e le competenze assegnate, ma soprattutto di aver scelto (senza coinvolgere la sfera tecnica) Ralf Rangnick come futuro allenatore con tanto di contatto, incontro e accordo. In realtà le parole di Maldini condividono la stessa matrice: spingere la società ad una presa di posizione. Come dire: "O scegli e difendi noi (Maldini, Massara e Pioli) che siamo in carica, oppure vorrà dire che hai già scelto lui (Rangnick) che per noi, attuali responsabili del progetto tecnico, non solo non è l’allenatore del Milan, non solo parla in modo inopportuno come se lo fosse, ma soprattutto non gode minimamente della nostra fiducia. Come del resto aveva detto lo stesso Maldini nel recente passato.

 

La palla passa adesso a Ivan Gazidis che dovrà esporsi, perché questo immobilismo genererà solo confusione e grande agitazione all’interno del club. Chi invece si è mosso è stato Ibra. Arrivato a Malpensa da Stoccolma. Volo privato, mascherina, ma soprattutto un orizzonte di quarantena a Milanello, con tanto di tampone, test immediato e allenamenti individuali per rimettersi al pari dei compagni. Un problema in meno, almeno per adesso, nel turbolento mondo rossonero.