Napoli, Insigne: "Ammutinamento fu un errore. Ancelotti? Doveva bacchettarci di più"

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L'attaccante azzurro, in esclusiva al Corriere della Sera, torna anche sul rapporto con Ancelotti: "Abituato a grandi campioni, ma doveva bacchettarci di più. Avevamo bisogno di essere messi sotto pressione". Poi sul suo futuro: "Mai pensato di andare via. Totti voleva diventare il mio agente ma gli ho detto di no"

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Quindici punti dall'Atalanta, troppi probabilmente per inseguire ancora la qualificazione alla prossima Champions: "Quella di Bergamo non è stata una prestazione all'altezza di tutta la squadra, forse abbiamo pagato un po' di stanchezza". Così Lorenzo Insigne ha parlato in esclusiva al Corriere della Sera della sconfitta contro i nerazzurri, soffermandosi però anche sull'inizio stagione, fatto di difficoltà e tanti punti lasciati per strada: "E' un grande rimpianto. Un peccato, soprattutto per quello che stiamo facendo adesso. Abbiamo fatto un recupero importante con Gattuso, ma resta l’amarezza". Tutto è precipitato con l'ammutinamento post Salisburgo, quando Insigne e compagni si rifiutarono di tornare in ritiro andando dunque contro la decisione del club: "Non rifarei la stessa scelta - ha svelato - ma adesso è anche inutile pensare a ciò che poteva essere e non è stato. Fu un errore, abbiamo pagato e per fortuna ci siamo ripresi".

"Ancelotti doveva bacchettarci"

Il discorso si sposta quindi sulla gestione Ancelotti, finita anzitempo con l'esonero di quest'ultimo, poi volato all'Everton: "Non sono nessuno per giudicare un allenatore che ha vinto tutto e soprattutto quasi ovunque - le parole di Insigne - il mister è abituato a grandi campioni, io gli dicevo sempre che noi avevamo bisogno di essere messi sotto pressione, anche bacchettati se era il caso. Mi rendo conto che la mia è un’autocritica: siamo professionisti, dovremmo camminare da soli, ma noi forse in quel momento avevamo necessità di sentire il fiato sul collo. Gattuso? Esige tantissimo e ci motiva ogni secondo. Con lui mi sono sentito al centro del progetto, mi ha attribuito responsabilità e fiducia e il rapporto è autentico, spero di ripagarlo".

"Pensato di andare via? Mai"

Nel frattempo Insigne ha anche cambiato procuratore, passando da Raiola ("Ci siamo separati non per il calcio o perché con lui dovessi lasciare Napoli, ma per una decisione personale") a Vincenzo Pisacane. Ci ha pensato pure Totti a portarlo nella sua CT10: "Mi mandò un messaggio, ma gli dissi serenamente che avrei fatto altre scelte". Chiosa infine sul suo futuro in azzurro: "Non ho mai pensato di andare via. Giocare nella propria città è il sogno di chiunque. Non dipende, certo, soltanto da me. Vediamo cosa dice De Laurentiis. Sono tranquillo, ho altri due anni di contratto. Non c’è un problema di questo tipo, se vuole sono qui. Tra noi c’è un confronto autentico e leale. Con qualche scontro, ma come è normale che sia".

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