Andrea Pirlo, la tesi dell'allenatore della Juve al Master di Coverciano

Serie A
Alessandro Alciato

Alessandro Alciato

"Il calcio che vorrei". E' questo il titolo della tesi presentata dal neo allenatore della Juve a Coverciano. Pirlo ha preso il patentino Uefa Pro con la votazione di 107/110

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Se nel calcio vale la regola che dovrebbe ispirare sempre anche il giornalismo, e cioè che la notizia va data all’inizio, ecco cosa vuole raccontarci Andrea Pirlo:

 

"L’idea fondamentale del mio calcio è basata sulla volontà di un calcio propositivo, di possesso e di attacco. Vorrei giocare un calcio totale e collettivo, con 11 giocatori attivi in fase offensiva e difensiva. Manipolando spazi e tempi, abbiamo l’ambizione di comandare il gioco in ambedue le fasi".

Si apre così la tesi appena discussa dall’allenatore della Juventus al corso Uefa Pro di Coverciano, intitolata Il calcio che vorrei. 30 pagine, dove in ordine sparso si legge anche:

  • “Il gioco deve essere il filo conduttore della mia squadra”
  •  “Vogliamo e dobbiamo tenere il più possibile il pallone finché attacchiamo, e dobbiamo avere una ferocia agonistica forte per andarlo a recuperare subito una volta perso”
  • “Vogliamo attaccare bene per difendere bene”
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Pagina 20 della tesi di Andrea Pirlo, dedicata alla fase difensiva e nello specifico al recupero del pallone

Le squadre che lo hanno ispirato, sono citate chiaramente a pagina 4: il Barcellona di Cruijff e poi quello di Guardiola, l’Ajax di Van Gaal, il Milan di Ancelotti e la Juventus di Conte. Ciò che dovrà accadere alla Juventus di Pirlo, è scritto in quelle successive: il gioco andrà costruito da dietro senza forzare verticalizzazioni o lanci. Lo sviluppo offensivo dietro sarà d’attesa e di preparazione, davanti invece veloce e diretto verso la porta, dopo il passaggio chiave che libera un giocatore fra le linee. Fra i principi più importanti del calcio di possesso di Pirlo, meritano una citazione la creazione del rombo di palleggio intorno al portatore di palla e il rispetto delle posizioni nella struttura di gioco, aspettando che sia il pallone ad arrivare dal giocatore e non il contrario.

In fase offensiva, la Juventus di Pirlo non avrà un modulo fisso, ma almeno in partenza sarà un 325 o un 235. Attaccherà la linea avversaria con almeno 5 giocatori, che spesso potranno diventare 6 o 7. A pagina 18, ecco la carezza a Ronaldo e ai suoi fratelli: “Credo che negli ultimi 30 metri la creatività ed il talento individuale debbano farla da padrone, con i giocatori liberi di potersi esprimere cercando delle giocate decisive”.

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Pagina 12 della tesi, la parte dedicata all'impostazione del gioco

In fase difensiva, la regola sarà difendere correndo in avanti, e la linea tendenzialmente a 4.

 

Nelle pagine dedicate alle conclusioni, merita attenzione questo pensiero: "Credo che un calcio propositivo, di attacco e di qualità possa dare grandi vantaggi. Maggior entusiasmo nell’ambiente, maggior coinvolgimento da parte di giocatori e staff. Dinamiche, queste, necessarie per creare quell’empatia che è alla base delle squadre di successo".

 

Un’empatia mancata nell’ultima stagione. Penso quindi gioco è il titolo della biografia di Andrea Pirlo. Penso quindi alleno il riassunto della tesi appena discussa.

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