L'attaccante della Lazio a France Football: "Senza Pallone d'Oro, quest'anno la Scarpa d'Oro ha un valore diverso. Negli ultimi anni hanno vinto sempre Messi e Ronaldo e questa volta ho battuto anche Lewandowski. I primi complimenti sono stati di Zeman, una volta mi disse: 'Ma come fai ad attaccare con questa forza?'. Con Borussia e Siviglia potevo fare di più, ma noi italiani facciamo sempre fatica all'estero"
Per gran parte della scorsa stagione la Lazio ha tenuto vivo il sogno scudetto, trascinata dai gol di Ciro Immobile. Alla fine i biancocelesti sono arrivati al quarto posto, ma l'attaccante della Nazionale ha siglato 36 reti, eguagliando il record di Higuain e vincendo un prestigioso premio come la Scarpa d'Oro. "Guardo l'albo d'oro e leggo i nomi di Leo Messi e Cristiano Ronaldo che si alternano, intervallati nel 2016 da Luis Suarez, un altro fuoriclasse – le parole di Immobile a France Football – Vedere il mio nome in questa lista è fantastico, soprattutto in un anno in cui non c'era il Pallone d'Oro, la Scarpa d'Oro acquisisce un valore diverso. Certo, sono premi differenti: il primo dipende dai voti e dai trofei collettivi, il secondo esclusivamente dalle statistiche. Ma ho battuto anche un grande attaccante come Robert Lewandowski, che quest'anno era un potenziale Pallone d'Oro. È un trofeo molto significativo per gli attaccanti".
"Quando Zeman mi disse: 'Ma come fai ad attaccare così?'"
Immobile miglior marcatore d'Europa quasi 10 anni dopo il titolo di capocannoniere in Serie B con il Pescara di Zeman: "Il primo a farmi i complimenti è stato lui. La prima cosa che mi ha detto è stata: 'Ma come fai a giocare e ad attaccare con questa forza?'. E non è stato l’unico a dirmelo". I suoi idoli? "Mi piace citare David Trezeguet, con cui ho lavorato alla Juventus. Mi ha lasciato un'impressione incredibile per le sue giocate in area di rigore. Non ho mai visto nessuno come lui. Possedeva la coordinazione e la tecnica per segnare su qualsiasi tipo di cross e con qualsiasi parte del suo corpo. C'erano anche Christian Vieri in Nazionale, Filippo Inzaghi in Champions League, Luca Toni e Alberto Gilardino ai Mondiali 2006. Ho iniziato a capire il calcio con questi calciatori, in Italia abbiamo avuto tanti attaccanti forti".
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"Sfortunato con Borussia e Siviglia, noi italiani fatichiamo all'estero"
Il rimpianto di Immobile riguarda le esperienze all'estero: "In Germania avrei potuto fare di meglio, ma è stata un'esperienza sfortunata, l'ultima di Jürgen Klopp al Borussia Dortmund. La squadra stava andando male e ho pagato questa cosa. In Spagna non ho mai avuto l'opportunità di esprimere il mio potenziale, ero sempre in panchina anche quando meritavo di giocare. Ho passato un periodo difficile con Emery al Siviglia". Un suo ex compagno di squadra al Pescara, invece, ha sfondato al PSG: "Marco Verratti è uno dei leader al PSG per quello che ha dato alla società e per come lo vedono, ma è un po' un'eccezione. Altri, me compreso, hanno avuto difficoltà all'estero. Non riesco a spiegare il perché. Probabilmente ci adattiamo meno, abbiamo bisogno di più tempo".