
Amarcord riveazioni: l'Udinese 2002-2003 di Spalletti
La Serie A di oggi esalta il Sassuolo, possibile rivelazione del campionato, così come lo è stata l'Atalanta negli ultimi anni. Ma in passato anche altre squadre hanno saputo sorprendere tutti: nel 2002-2003 Spalletti porta all'Udinese idee nuove e inaugura un mini-ciclo vincente con i bianconeri

UDINESE 2002-2003
Reduce da un 14° posto in campionato, guidata da Hodgson prima e da Ventura nella seconda parte della stagione, l'Udinese è una squadra che da tempo ha dimenticato il periodo d'oro di Zaccheroni, con Bierhoff e Amoroso in campo. La filosofia del club è quella che l'ha reso celebre: pescare tanti giocatori stranieri semisconosciuti da ogni angolo del mondo, per cercare di valorizzarli. Dopo il deludente campionato 2001/02, però, la rosa non viene rivoluzionata

L'ALLENATORE
Si cambia in panchina, dove approda Luciano Spalletti. Un ritorno, il suo, dato che aveva già guidato i bianconeri per qualche mese nel finale di stagione 2000-2001, subentrando a De Canio, chiudendo al 12° posto in campionato. Quello che porta Spalletti, dato che gli uomini a disposizione non sono cambiati molto rispetto a un anno prima (ha dato l'addio il "Pampa" Sosa, sostituito dal tedesco Jancker), sono soprattutto le idee. Di base adotta un 3-5-2 in cui le fasce giocano un ruolo fondamentale

I PROTAGONISTI
La prima grande intuizione di Spalletti riguarda Pizarro, che con lui diventa il cervello della squadra, nonché uno dei registi più ammirati e ricercati a fine stagione. Spalletti gli affida il compito di impostare la manovra arretrandolo davanti alla difesa, dove riceve palla, la difende dalla pressione avversaria (correndo spesso qualche rischio, ma uscendone il più delle volte a testa alta) e fa partire l'azione. Da anonimo centrocampista diventa un play basso di prima categoria.

E poi il gioco sulle fasce: Jorgensen con Spalletti diventa un esterno offensivo che porta in dote gol e assist; sull'altra corsia si mette in luce il neo-acquisto Jankulovski. Non c'è un bomber, e difatti Iaquinta e Pizarro (rigorista) sono i migliori marcatori della squadra con 7 reti a testa. Jankulovski ne fa 5, Jorgensen 4

FALSA PARTENZA
L'avvio è da incubo: 4 sconfitte nelle prime 8 giornate (con un pesante 4-1 incassato dalla Roma), con le sole vittorie di misura (1-0) contro Atalanta e Reggina. L'ultima della serie è il recupero della prima giornata contro il Milan, con la beffa che arriva al minuto 89: Rivaldo firma l'1-0 e per Spalletti è crisi

LA RIPRESA
Tre giorni dopo, il 9 novembre, l'Udinese è impegnata ancora a San Siro, stavolta contro l'Inter. Dopo 3' segna Vieri, ma per Spalletti sarà la gara della svolta: Jorgensen e Muzzi la ribaltano, inaugurando una striscia di 8 gare senza sconfitte (5 vittorie) che risolleva i bianconeri

PIAZZAMENTO FINALE
Alla fine sarà un sesto posto che qualifica l'Udinese alla Coppa Uefa. Nel girone di ritorno, i bianconeri si vendicano sul Milan (1-0, Pizarro) e sulla Roma (2-1, Sensini e Iaquinta), battendo nuovamente l'Inter (2-1, Muzzi e Iaquinta), e con uno sprint finale che porta 5 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 7 giornate (le ultime 4 tutte vinte)

MORGAN DE SANCTIS
Tra i pali di quell'undici-tipo c'era lui, alla quarta stagione con l'Udinese, la prima da titolare. Resterà per altri 4 anni, diventando uomo-spogliatoio e punto di riferimento, fino alla consacazione di Handanovic

KROLDRUP-BERTOTTO-MANFREDINI
In difesa Spalletti alterna spesso gli uomini che compongono il terzetto arretrato. Trovano spazio anche Pieri e Sottil, merita un capitolo a parte Sensini. A fine anno saranno 35 i gol subiti, meglio dell'Inter seconda e a pari con il Parma, quinto ma giunto a pari punti e con una differenza reti nettamente migliore (+19 i ducali, solo +3 l'Udinese che paga un attacco non da prima della classe: 38 gol fatti, come la Reggina salva all'ultima giornata e peggio del Piacenza retrocesso)

NESTOR SENSINI
La sua esperienza, tornato nel club che l'aveva lanciato in A dopo aver giocato (e vinto) con Parma e Lazio, dà modo a Spalletti di variare spesso tatticamente. L'argentino è un difensore che all'occorrenza gioca anche a centrocampo, fornendo anche il suo contributo in zona-gol: 3 reti

DAVID PIZARRO
Arrivato a Udine nella stagione prima, se ne erano intuite le qualità, che emergono chiaramente sotto la guida di Spalletti, l'allenatore che più di tutti l'ha valorizzato, richiedendolo poi anche una volta sulla pannchina della Roma. Sette reti, suo massimo in carriera, con diversi rigori decisivi trasformati

MAREK JANKULOVSKI
Sorprende tutti il ceco (portato in Italia da Zeman, al Napoli), che a sinistra sa fare tutto, il difensore ma anche l'esterno offensivo. Si consacra con una prima stagione da 5 gol, nelle altre due si ripeterà fino alla chiamata del Milan

GIAMPIERO PINZI
Ad assicurare protezione alla difesa e agonismo a centrocampo c'è lui: non esattamente un goleador in carriera, in quella stagione trova il suo picco realizzativo con 3 reti in 29 gare

VINCENZO IAQUINTA
Dopo due stagioni chiuse a quota 2 reti, Spalletti gli regala un gioco capace di esaltarlo, trasformandolo nel giocatore che abbiamo conosciuto e che è arrivato a vincere il Mondiale con la Nazionale nel 2006: 7 reti, ma anche tanto lavoro per la squadra e sacrificio, partendo spesso largo per poi andare a puntare dritto la porta

ROBERTO MUZZI
Spalla di Iaquinta, nella sua ultima stagione all'Udinese non ripete l'exploit di quella precedente, quando era stato l'anima dei bianconeri con i suoi 14 gol. Ne segna 5, prima di passare alla Lazio

GLI ALTRI
Ricordato come un flop, il tedesco Jancker prelevato dal Bayer Monaco per sostituire il "Pampa" Sosa, fu presto scavalcato da Iaquinta nelle gerarchie. Con l'Udinese, in 38 partite tra campionato e coppe, segnerà appena 3 reti, chiedendo la rescissione del contratto a metà della stagione successiva: solo un gol nel 2002-2003, stagione nella quale inizia a mettersi in evidenza invece un giovanissimo Sulley Muntari.