Il presidente della Lega Serie A ospite de "La Politica nel Pallone di Gr Parlamento" ha fatto il punto sui temi del momento del nostro calcio: "In caso di nuovo lockdown la Serie A continuerà". Sulle richieste al governo: "Ho scritto, ma non ho mai ricevuto una risposta scritta. Non abbiamo chiesto soldi al Governo ma la reintroduzione, per i prossimi 24 mesi, del betting. L'eliminazione del betting ha sottratto alla casse della Serie A valori molto importanti"
“In caso di nuovo lockdown il campionato di Serie A continuerà”. Non ha dubbi il presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino, che è stato ospite della puntata numero 600 del programma "La Politica nel Pallone" di Gr Parlamento, condotta da Emilio Mancuso, dove negli anni si sono avvicendati i protagonisti del mondo dello sport. Diversi i temi al centro dell’intervista: “Mercoledì assemblea decisiva per ingresso fondi? Io penso – ha aggiunto Dal Pino - che il frutto sia maturo, sono passati diversi mesi di lavoro intensissimo, abbiamo nominato un comitato che ha fatto un lavoro incredibile in questi ultimi 30 giorni e mercoledì sarà un giorno importante per il futuro del calcio e credo che sia di per se una cosa splendida che in un momento così difficile per il Paese, il mondo e l'economia la Lega di Serie A sia in condizione di valutare una partnership e un percorso strategico in cui potrebbe essere accompagnato da un partner industriale che apporta importantissime risorse finanziarie in un settore che è allo stremo".
Dal Pino: “Non ho mai ricevuto una risposta dal Governo”
La pandemia ha colpito ogni settore economico e il calcio non ha fatto eccezione. "Ho scritto al Governo e non ho mai ricevuto una risposta scritta - ha spiegato il presidente della Lega Serie A -. Stessa cosa vale per Gravina. Vedo che in Inghilterra il premier Johnson si sta occupando direttamente di alcune tematiche della Premier, lo stesso è successo con la Merkel in Germania. Il calcio non è solo un'industria molto importante ma è anche nel dna dell'Italia. Credo che la banalizzazione del calcio faccia male a tutti, è un elemento importante nella nostra cultura e nella nostra società. Dal governo mi aspetto soprattutto sensibilità, ci sono 32 milioni di italiani che seguono questo sport con entusiasmo“.
"Abbiamo chiesto la reintroduzione del betting"
L’interlocuzione del Governo si è rivolta poi su un dettaglio in particolare: “Non abbiamo chiesto soldi allo Stato. Abbiamo inoltre chiesto la reintroduzione, per i prossimi 24 mesi, del betting. L'eliminazione del betting ha sottratto alla casse della Serie A valori molto importanti, perché è un elemento di sponsorizzazione importante che in tutti gli altri paesi d'Europa esiste, e questo costa zero allo Stato italiano, è il riconoscimento una voce potenziale di ricavo che in un momento come questo è fondamentale”.
"Rivedere il business model"
Sul futuro della Lega, poi Dal Pino ha indicato la sua linea per il futuro: “Noi dobbiamo fare il nostro, dobbiamo rivedere il nostro business model, trasformare la Lega Serie A in una media company, e prenderci in mano il nostro futuro. A questo dò molta importante perché bisogna fare un lavoro in casa per ridare un indirizzo strategico forte alla Lega. Noi abbiamo perso circa 600 milioni quest'anno, dovuto alle misure restrittive, abbiamo chiesto che ci siano delle misure di ristoro, noi paghiamo oltre un miliardo di contributi all'anno, e la nostra richiesta è stata solo quella di differire i termini di pagamento. Evitiamo le banalizzazioni, ci sono 300mila persone che lavorano in questa industria che in questo momento sono in grandissima difficoltà".
“Covid, c’è protocollo. Non possiamo sentire noi i direttori ASL”
E sulla gestione del momento attuale da parte delle società di calcio: “Noi abbiamo un protocollo molto severo, il più severo in Europa. Lo abbiamo sempre rispettato, abbiamo cercato di farlo rispettare in tutti i modi, e dove ci sono stati dei casi, oggetto di segnalazioni o analisi, c'è la procura federale che indaga. Abbiamo portato avanti il campionato scorso e iniziato quello di quest'anno in una maniera esemplare. Oggi abbiamo deciso, come Lega Serie A, di dare mandato alla Federazione medici sportivi italiani di darci un'autoregolamentazione ancora più severa, e sempre all'interno del protocollo Figc. Oltre a questo non posso dire, questo protocollo è approvato da Cts e c'è una circolare del ministero della Sanità”. E ancora: “Credo che ci debba essere un raccordo, non possiamo essere noi come Lega che, ogni mercoledì o domenica, dobbiamo sentire i direttori delle Asl che hanno degli approcci differenti. C'è una circolare del ministero della Sanità che deve essere applicata e ci deve essere da parte di tutti una filosofia unica, rispettare il principio di base che noi abbiamo messo in sicurezza il sistema, compiendo qualcosa di una complessità infinita, dal punto di vista sanitario, logistico e di attività, che tutte le persone giorno per giorno mettono in piedi per garantire che il calcio – ha concluso - sia in piena sicurezza".