L'Ad rossonero a ESPN: "Al Milan stiamo seguendo una linea chiara, quella di ridurre la spesa salariale e migliorare le prestazioni sportive. Non è semplice ma il club ha il potenziale di crescita maggiore in Italia, la Serie A può tornare al vertice del calcio mondiale"
Una sfida complicata almeno quanto affascinante. "Quello che stiamo facendo al Milan è chiaro e molto difficile. Dobbiamo ridurre la nostra spesa salariale e allo stesso tempo migliorare le prestazioni sportive e non è semplice", parla così l’Ad della società rossonera Ivan Gazidis in un’intervista rilasciata a ESPN. Riportare il Milan ai fasti di un tempo tenendo i costi sotto controllo, un traguardo che il dirigente rossonero è convinto di poter centrare anche grazie alla crescita di tutto il sistema calcistico italiano: "C’è un potenziale enorme non del tutto sfruttato. Se prendiamo un percorso giusto, il calcio italiano può tornare al vertice del calcio mondiale. Penso che la Serie A abbia il maggior potenziale in termini di crescita tra i top 5 campionati europei e penso che il Milan abbia il più grande potenziale come singolo club", il pensiero di Gazidis.
"Serie A modello Premier"
L’Ad del Milan paragona poi il movimento calcistico italiano con quello inglese, che lui conosce bene visti i suoi trascorsi all’Arsenal: "Gran parte del successo della Premier League è basato sulla visione globale del calcio, una sorta di internazionalizzazione. Questo mix di idee, questa diversità è stata una delle forza trainanti del suo successo. In Italia, non vediamo un così forte senso di unità, la sensazione è che i club siano concorrenti sul campo e partner commerciali al di fuori". Gazidis ha poi aggiunto: "Penso però che ci sia un cambiamento perché stanno accadendo due cose: un cambiamento nel tipo di proprietari, non solo stranieri ma anche italiani, che non pensano a se stessi solo come benefattori personali per un club, ma che lo vedono anche come azienda. Devi avere entrambe le visioni per avere un ambiente sano. L'altro – prosegue l’Ad del Milan – è che all'aumentare delle entrate, aumentano anche le commissioni di trasferimento, i salari e i costi, e diventa meno praticabile ignorare il fatto che i club hanno interessi comuni. Quindi i club devono essere sulla stessa lunghezza onda. Penso che ne vedremo di più in Serie A, sul modello della Premier League".
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Il razzismo in Italia
Una delle battaglie che il calcio italiano deve assolutamente vincere, secondo Gazidis, è quella contro il razzismo: "Uno dei problemi è che la gente pensa che parlando di razzismo si alimenti il problema, ma non è così. Il problema esiste e il primo passo è conoscerlo e discuterne. È un problema sociale, un male sociale oltre a essere un ostacolo nello sviluppo della Serie A per il suo futuro. Per tutte queste ragioni dobbiamo muoverci, c'è la volontà di farlo, l'Italia non è un paese arretrato, la Serie A non è un campionato arretrato. Sradicare il razzismo non è facile, il calcio riflette le attitudini della società, per questo ci vuole tempo. Bisogna identificare i responsabili e lasciarli fuori immediatamente dagli stadi; in Inghilterra – che negli anni ’80 era un focolaio di razzismo – i nuovi stadi hanno creato un ambiente più inclusivo, il calcio italiano soffre anche per via degli stadi antiquati", ha concluso.