Il centravanti dell'Inter non si esalta per la vittoria in rimonta col Toro: "Abbiamo giocato male, non va bene essere così in difficoltà. Io leader? Abbiamo tanti giocatori importanti, io sono solo uno dei 25 in questo spogliatoio. I fuoriclasse aiutano le squadre a vincere, io lavoro per questo". E spiega l'esultanza con Lautaro
Il peso di Lukaku si fa sentire sempre di più. Il belga ha realizzato 30 reti in 43 partite di campionato con la maglia dell’Inter: nell’era dei tre punti a vittoria, solo altri 2 giocatori hanno raggiunto quota 30 gol con i nerazzurri cosi velocemente. E si tratta di mostri sacri come Ronaldo in 41 gare e Vieri, in 43. Numeri da paura: solamente Lewandowski (38), Cristiano Ronaldo (33) e Haaland (31) hanno segnato piú di Lukaku (28) in tutte le competizioni tra i giocatori dei top-5 campionati europei da inizio 2020 ad oggi.
Eppure, Il grande protagonista del successo dell'Inter non è soddisfatto dopo il successo sul Toro, in rimonta da 2-0 a 4-2: "Onestamente non siamo ancora una grande squadra se ci mettiamo in difficoltà così, i primi 60 minuti abbiamo giocato veramente male, senza cattiveria, senza voglia. Però dopo ci siamo svegliati e abbiamo vinto, era importante prendersi i 3 punti.
Io leader? Lavoro per essere un fuoriclasse
"Io sono un giocatore che vuole aiutare i propri compagni, non mi piace quando la gente dice che sono un leader perché qua ci sono giocatori importanti da tanti anni. Dobbiamo lavorare di più perché oggi non abbiamo giocato una grande partita".
Il ct del Belgio ha dichiarato che questo è il miglior momento della carriera per Romelu, che risponde così: "Io cerco di migliorarmi ogni giorno, i fuoriclasse vincono qualcosa e questa è la mia motivazione".
L'esultanza con Lautaro
L'attaccante belga ha poi spiegato il retroscena sull'esultanza con Lautaro: "Giochiamo a un gioco che si chiama Pubg, un gioco di guerra e anche lui vuole iniziare a divertirsi con me e Hakimi".