Juventus-Torino, le chiavi tattiche del derby

Serie A

Fabio Barcellona

La squadra di Pirlo deve trovare l'assetto giusto in assenza di Morata, quella di Giampaolo delle risposte con il nuovo modulo. Juventus-Torino sarà in esclusiva sul canale Sky Sport Serie A alle 18

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Da quando, nel 2012, il Torino è ritornato in serie A il derby della Mole ha visto vincitrice la Juventus in 14 occasioni su 16. Il Torino è riuscito solamente a racimolare un pareggio e una vittoria, nel 2015, con reti di Darmian e Quagliarella. Il momento della squadra granata non pare il più propizio per migliorare le proprie statistiche nel derby.

 

L’abiura di Giampaolo

Il Torino di Marco Giampaolo occupa il terzultimo posto in classifica e ha raccolto solo 6 punti nelle nove partite sino ad oggi disputate, frutto di una vittoria e tre pareggi. Per provare a risollevare la squadra l’allenatore dei granata già da qualche giornata ha provato ad abbandonare il suo amato 4-3-1-2 in favore di un modulo di gioco conosciuto da gran parte dei giocatori in rosa, il 3-5-2 tanto caro all’ex Mazzarri. Il primo assaggio di 3-5-2 si era avuto a Sassuolo, quando, sul punteggio di 1-1 a circa un quarto d’ora del termine, N’Koulou aveva sostituito Verdi, disegnando un 3-5-1-1 con Lukic alle spalle di Belotti. La partita era poi terminata 3-3 dopo che il Torino si era portato addirittura in vantaggio di 2 gol. Al termine della partita contro il Sassuolo Giampaolo aveva affermato di avere utilizzato la difesa a 3 per la prima volta in carriera per dare sicurezza alla squadra, ancora a disagio con il nuovo modulo, ma di non avere intenzione di utilizzare frequentemente una linea arretrata a tre uomini. Tuttavia la settimana successiva, a venti minuti dalla fine della partita fino a quel momento in pareggio contro la Lazio, il medesimo cambio tra N’Koulou e Verdi, riproponeva il 3-5-1-1 visto nel finale di gara contro il Sassuolo. Dopo la partita vinta in trasferta contro il Genoa e privo di Belotti e Lukic, fondamentale nella trequarti e anche lui positivo al test per SARS-CoV-2, il Torino si era presentato a San Siro disponendosi sin dal primo minuto con il 3-5-2, con Verdi e Zaza in posizione d’attacco. 

 

Contro l’Inter il Torino aveva giocato almeno per 60 minuti un’ottima partita, dando l’impressione che il 3-5-2 potesse davvero essere la soluzione a una rosa piena di difensori centrali, priva di un mediano di regia e con esterni bassi più a proprio agio a giocare come esterni larghi che a fare i terzini di una difesa a 4. Il 3-5-2 di Giampaolo aveva provato a tenere la difesa alta e i reparti molto vicini  e, nei primi due terzi della gara contro l’Inter, la buona attitudine difensiva della squadra aveva fornito un’ottima base di partenza per i contrattacchi manovrati, fruttati due gol di vantaggio, sprecati nell’ultima parte di gara. 

 

La partita interna contro la Sampdoria ha però mostrato un passo indietro. Se contro l’Inter la fase offensiva si era sviluppata con sufficiente qualità negli spazi ampi concessi dal baricentro alto dei nerazzurri, contro la difesa schierata della Sampdoria sono emersi tutti i limiti offensivi del Torino. I granata si sono schierati con la coppia Belotti-Zaza e, nonostante la squadra ha provato a risalire il campo palleggiando, troppo spesso si è visto il Torino scavalcare le difficoltà lanciando il pallone lungo verso i due attaccanti. In svantaggio, per risolvere le difficoltà offensive, il Toro è tornato al 4-3-1-2 con l’ingresso di Verdi che ha regalato brillantezza e pericolosità alla squadra e ha consentito di giungere al pareggio.

 

Insomma, pur mostrando qualche miglioramento nelle ultime giornate, il Torino appare ancora una squadra piena di problemi. In attacco ha difficoltà a portare il pallone in zona pericolosa: è penultimo in serie A per dominio territoriale (frazione di passaggi nella metà campo offensiva rispetto al totale) e per passaggi completati in area (solo 4,9 a partita). Offensivamente sembra essere rimasto a galla per un’ottima percentuale di conversione in gol dei tiri prodotti (15,6%), secondo solo al Napoli grazie soprattutto ai 5 gol su 17 tentativi su azione di Andrea Belotti. In difesa le cose non vanno certo meglio e il Torino è la peggiore squadra di serie A per gol subiti e la quindicesima per xG concessi su azione (1,39 a partita). Una delle poche note positive è il diciannovenne ivoriano Wilfred Singo. Acquistato come difensore centrale, Singo è stato presto spostato sull’esterno e sembra perfettamente a suo agio nel coprire l’intera fascia destra nel 3-5-2. È dotato di resistenza, velocità sul lungo, ma anche di un’agilità insospettabile in spazi stretti e di una buonissima tecnica individuale. Doti che gli hanno consentito di procurarsi il rigore a San Siro beffando in velocità Young e che hanno prodotto un assist e un passaggio chiave nella partita contro la Sampdoria.

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Il 5-3-2 difensivo del Torino contro la Sampdoria che prova a rimanere alto

 

A che punto è il cantiere Pirlo?

La Juventus è reduce dal pareggio di Benevento in campionato e dalla vittoria contro la Dynamo Kiev in Champions League. Due incontri che hanno ulteriormente confermato la discontinuità, sia tra le partite che all’interno delle stesse, che ha caratterizzato le prestazioni degli uomini di Pirlo in questo inizio di stagione. A un primo tempo tutto sommato convincente, a Benevento sono seguiti i minuti di recupero in cui la Juventus ha concesso un’occasione da gol e il pareggio e un secondo tempo nervoso, sterile e impreciso. Anche nella agevole vittoria contro gli ucraini, la Juventus ha avuto fasi della partita in cui si è rivelata lunga, passiva e slegata in fase di recupero palla e pigra e statica in fase offensiva. In Champions League la nota più positiva per Pirlo è stata la prestazione di Federico Chiesa, autore di un gol, un assist e un hockey pass, in una delle rare volte in cui l’ex Fiorentina è stato impiegato sul lato destro del campo, invece che sulla fascia sinistra. La convincente partita di Chiesa sulla destra, affolla però ancora di più una zona di campo che sembra essere la preferita di tanti giocatori juventini: Cuadrado, Kulusevski e, arretrando, dello stesso Dybala. Sembra un’altra importante questione da risolvere per lo staff tecnico juventino, che non ha ancora trovato troppi punti fermi nello schieramento e che deve far combaciare al meglio le esigenze delle rotazioni richieste per passare dal 4-4-2 difensivo al 3-3-4/3-2-5 offensivo e le caratteristiche dei propri giocatori. 

 

Lo scontro tattico

Nel Torino è in forte dubbio per infortunio Simone Verdi, mentre Lukic e Gojak sono ancora fermi per la positività al test per SARS-CoV-2. È quindi probabile vedere una conferma del 3-5-2 con la coppia Belotti-Zaza in attacco. La Juventus ha spesso sofferto la costruzione a 3 delle squadre avversarie che con troppo facilità hanno superato il pressing del 4-4-2 difensivo bianconero. La squadra di Pirlo non ha quasi mai messo in mostra meccanismi chiari e precisione nei tempi e negli angoli di pressione capaci di contrastare il palleggio di una linea arretrata di 3 uomini. Anche contro la Dynamo Kiev, l’applicazione della salida lavolpiana da parte degli uomini di Lucescu ha spesso consentito agevolmente agli ucraini di consolidare il possesso. 

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Contro la Dynamo Kiev il mediano Sydorchuk si abbassa vicino i due centrali, creando superiorità numerica contro Morata e Ronaldo potendo ricevere palla libero da marcatura.

 

Sebbene il palleggio non sia esattamente nelle corde del Torino, la linea a 3 potrebbe approfittare degli imbarazzi in pressing dei bianconeri per potere creare situazioni di palla scoperta, ideali per abbassare la Juventus e provare a lanciare lungo per Zaza e Belotti in zone di campo più pericolose. Per questo buona parte della bontà della prova difensiva della Juve passerà dalla capacità di contrastare la costruzione bassa del Torino e da quella, direttamente collegata alla prima, di tenere alta la linea difensiva.

 

I due più grandi dubbi di schieramento per Andrea Pirlo riguardano la difesa e l’attacco. Dietro, gli infortuni di Chiellini e Demiral lasciano a De Ligt e Bonucci le due posizioni di centrale difensivo. Se ai due aggiungiamo gli imprescindibili Cuadrado e Danilo si potrebbero già immaginare la linea difensiva e le rotazioni in fase d’attacco, con Danilo che da terzino sinistro rimane al fianco dei centrali e Cuadrado che si alza sulla destra. Con tali rotazioni l’esterno di destra si troverebbe spinto in mezzo al campo e, in questo caso, ruolo che dovrebbe occupare Kulusevski, anche se è da migliorare la distribuzione dello spazio con Paulo Dybala già sicuro di una maglia da titolare per l’assenza di Morata.

 

Si potrebbero però anche immaginare Danilo e Cuadrado sulla stessa fascia, con il primo in posizione di terzino destro bloccato e il secondo impiegato come esterno alto a destra. In questo caso il terzino sinistro potrebbe essere Alex Sandro o Fabrotta e ad entrare dentro al campo, potrebbe essere, partendo da sinistra Aaron Ramsey. In ogni caso per la Juventus sarà fondamentale trovare dei meccanismi di gioco in grado di ovviare all’assenza di Alvaro Morata, fondamentale fino ad ora nello sviluppo tattico della fase offensiva dei bianconeri, sia per il doppio lavoro di raccordo spalle alla porta e di attacco alle spalle della linea arretrata per abbassare la difesa avversaria, sia per le doti di finalizzazione. Senza il centravanti spagnolo la Juventus non dovrà preoccuparsi solo di trovare la maniera migliore, con gli inserimenti da dietro, di occupare l’area di rigore avversaria, ma anche il modo di abbassare la linea difensiva del Torino, per dilatare la prevedibile densità difensiva granata e creare gli spazi vitali per le giocate dei propri trequartisti. Considerato che per Pirlo non è né prevedibile né auspicabile che Morata possa giocare ogni minuto della stagione, la prova contro il Torino, oltre all’ovvio significato per la classifica bianconera, avrà anche un valore tattico fondamentale per immaginare il futuro della Juventus.