Inter, Lukaku a France Football: "Io tra i top 5. Era destino lavorare con Conte"

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In un'intervista l'attaccante nerazzurro racconta il suo modo di giocare: "Le persone si rendono conto che sto pensando mentre gioco, che cerco di sincronizzarmi con la squadra, e questo è fantastico". Spazio anche al rapporto particolare con Conte: "Sapevo che prima o poi avremmo lavorato insieme". Infine si colloca così nella gerarchia degli attaccanti: "Sono tra i top 5"

Romelu Lukaku si racconta in un'intervista a "France Football" L'attaccante nerazzurro racconta il suo modo di giocare e di intendere il rapporto con i compagni: "A volte devi saper lavorare per la squadra, con umiltà, senza necessariamente cogliere direttamente i frutti, soprattutto quando senti che non è il tuo giorno per fare gol. Credo che ormai quasi tutti percepiscano questa intelligenza nel gioco, e questo mi rende davvero super felice. Le persone si stanno rendendo conto che penso mentre gioco, cercando di sincronizzarmi con il resto della squadra, è fantastico. Qui a Milano lo capiscono tutti, i tifosi e i giocatori. Devo anche ringraziare i miei compagni di squadra, che hanno capito che tipo di giocatore fossi". Lukaku spiega anche la differenza tra il calcio italiano e inglese: "In Italia la vittoria viene prima di tutto. C'è una grande differenza nell'approccio alle partite tra qui e l'Inghilterra. Tatticamente, per quanto riguarda la mia posizione e i miei movimenti, non devo sbagliare. Mai"

"Conte? Era destino lavorare con lui"

Il rapporto tra Lukaku e Conte è una delle chiavi dell'Inter. L'allenatore lo ha voluto fortemente, e l'attaccante lo ripaga con il lavoro e i gol. Un rapporto e un destino, come ha spiegato lo stesso belga: "Conte mi ha detto: 'Se diventi forte spalle alla porta, è fatta. Nessuno ti potrà fermare'. Ricordo che me ne aveva già parlato nel 2014 durante i mondiali, prima di andare ad allenare il Chelsea. Hazard nel 2016 aveva fatto da “intermediario”. Aveva dato il mio numero al direttore sportivo del Chelsea. Emenalo mi chiamò e mi disse: “Romelu, l’allenatore che sta arrivando qui ti vuole. Non ci sono altre opzioni, vuole te”. Organizzò un incontro a Londra ma io non sapevo che era Conte. Arrivo all’incontro e mi imbatto in Conte. Con il senno di poi avrei dovuto immaginarlo: non poteva che essere lui. Sapevo che avremmo finito per lavorare insieme. Quando l'Italia vinse contro di noi a Euro 2016, in una partita del girone, vidi il modo in cui giocò perfettamente la sua squadra e sapevo che potevo essere un profilo giusto per lui. La sua idea è sempre stata molto chiara, quindi, una volta che abbiamo cominciato a lavorare insieme, tutto ciò che restava era apprendere. Durante i miei primi tre mesi qui ho fatto solo questo, solo spalle alla porta, ad ogni allenamento metteva Andrea Ranocchia a marcarmi. Ogni volta che perdevo palla, dovevo ricominicare l'esercizio dall'inizio"

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"Tra i primi 5 al mondo"

Lukaku poi si colloca così nella gerarchia degli attaccanti a livello mondiale: "Negli ultimi cinque mesi sono stato tra i primi 5 marcatori. Potrebbero esserci giocatori che hanno segnato più gol ma ... (Ci pensa e poi conta il numero di gol che ha segnato di recente). Non voglio fare una classifica ma io sono uno di loro. (Ride, puntando le dita della mano sinistra una per una.)". Poi completa il suo ragionamento: "Se Cristiano Ronaldo, Messi o Lewandowski superano i loro limiti, perché non posso farlo anche io?"

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