La crisi del Torino e la mancata rivoluzione totale durante il lockdown

il retroscena
Paolo Aghemo

Paolo Aghemo

Il problema del Torino non è soltanto tecnico: il presidente Cairo è deluso innanzitutto dai giocatori, mentre Giampaolo per ora è salvo. Servono punti in fretta, altrimenti ogni soluzione è possibile. Intanto spunta un curioso retroscena: lo scorso marzo la società aveva programmato una rivoluzione totale, con dieci cessioni tra i calciatori e l'inserimento di ex granata negli staff, per trasmettere senso di identità e appartenenza

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Incubo granata. L’espressione di Giampaolo prima dell’intervista a pochi minuti dal ko con l’Udinese lasciava pochi dubbi: il Toro è in caduta libera. Fragile e in confusione: continua a ripetere gli stessi errori. Non è soltanto un problema tecnico. Il ritiro ordinato da Cairo dovrà servire per un confronto interno. Il presidente è deluso innanzitutto dai giocatori. Giampaolo per ora è salvo. Incassa la fiducia, ma è evidente che servono punti, in fretta. Altrimenti ogni soluzione è possibile. Le prossime tre partite contro Roma, Bologna e Napoli saranno decisive per il futuro suo e del Toro.

Squadra senza spirito

Una squadra apatica, sfilacciata nello spirito, prima ancora che sul campo. Con tanti, troppi giocatori che danno l’impressione di aver finito il loro ciclo in granata. Queste sono le immagini dell’ultima vittoria del Torino in casa, cinque mesi fa contro il Genoa. Tappa decisiva per la salvezza con Longo, che riuscì a risollevare un gruppo con il morale a terra fino all’obiettivo. La domanda è se lo stesso gruppo sia pronto a calarsi di nuovo in una realtà che pareva alle spalle, per lasciare il posto a sogni europei.

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Il retroscena della mancata rivoluzione

Il retroscena che possiamo svelare è che lo scorso marzo, in pieno lockdown, la società aveva programmato una rivoluzione totale: in caso di salvezza, linea verde in campo e in panchina con la conferma di Longo, oltre che del direttore sportivo Bava. Squadra ribaltata: dieci cessioni, compresi Izzo, Nkoulou e Sirigu e dieci acquisti, dei quali 8 potenziali titolari. Ex granata negli staff per trasmettere senso di identità e appartenenza. Un programma lasciato nel cassetto. Il Torino oggi si aggrappa ancora e sempre a Belotti. Ma il capitano da solo non può bastare. Giampaolo deve rialzare in fretta la squadra. Altrimenti gli incubi rischiano di diventare realtà.

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