Lazio, caso tamponi: Lotito inibito 7 mesi, ma nessuna penalizzazione
7 mesi di inibizione a Claudio Lotito, 12 ai medici Ivo Pulcini e Fabio Rodia, 150 mila euro di multa alla Lazio. Questa la sentenza del Tribunale federale nazionale. La Procura Figc aveva chiesto 13 mesi di squalifica per il presidente della Lazio e 16 per i medici del club. Qui il racconto in tempo reale di tutta la giornata e la ricostruzione della vicenda
Un sospiro di sollievo per la Lazio. Temeva una stangata, dovrà pagare solo un'ammenda. Niente punti di penalizzazione ma 150mila euro di multa. Classifica e ambizioni di un ritorno in Champions rimangono immutate. Questa la decisione più importante nel dispositivo di sentenza del Tribunale Nazionale Federale nel processo al club biancoceleste sul caso tamponi.
Mano più pesante invece per Lotito e i due medici del club Rodia e Pulcini.
7 mesi di inibizione per il numero uno della società, 12 per i responsabili dello staff sanitario. Ridimensionate comunque le richieste di pena della Procura che aveva proposto una squalifica di 13 mesi e 10 giorni per Lotito e 16 per i due medici.
La Lazio era finita sotto processo per la violazione del protocollo Covid, la mancata comunicazione e il corretto isolamento dei positivi nei 10 giorni che vanno dal 28 ottobre all'8 novembre: le due partite di Champions contro Bruges e Zenit e quelle di campionato contro Torino e Juventus. L'allenamento di 3 positivi nella rifinitura per Zenit, l'impiego di Immobile contro il Torino, non ammesso dal Tribunale come parte terza, e la presenza in distinta di Djavan Anderson contro la Juve.
Premiata in buona parte la strategia difensiva della Lazio che ha fatto leva prevalentemente sui vuoti normativi del Protocollo. In assenza anche di una giurisprudenza specifica in materia il collegio giudicante presieduto dal giudice Mastrocola ha evidenziato che le eventuali negligenze della Lazio venissero punite con una multa e non con una penalizzazione. In attesa delle motivazioni sia la Lazio che la Procura hanno già deciso di ricorrere in appello. La questione non è ancora chiusa ma ora fa di sicuro meno paura, soprattutto per il futuro sportivo della Lazio in questa stagione.