Atalanta, Gasperini: "Non ho mandato via Gomez. Futuro? Se non mi cacciano..."

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L'allenatore nerazzurro è tornato sulla cessione di Papu Gomez a gennaio: "Non sono stato io a mandarlo via". E sul suo futuro a Bergamo: "Sarò per sempre grato per quello che abbiamo fatto in questi anni. Se non mi cacciano... Vediamo, dieci partite sono tante"

Dal 2016 a oggi ha scritto pagine incredibili nella storia dell'Atalanta e vuole continuare a farlo. Il ciclo di Gian Piero Gasperini sulla panchina nerazzurra è destinato a durare ancora, con l'obiettivo di qualificarsi nuovamente per quella Champions League nella quale ha fatto benissimo nelle ultime due edizioni. Buona parte del percorso a Bergamo, Gasperini lo ha condiviso insieme a Papu Gomez, prima di arrivare alla forte rottura e la cessione nello scorso mese di gennaio del calciatore argentino. Un episodio che l'allenatore dell'Atalanta, intervenuto ai microfoni di Radio Deejay, commenta così: "Non sono stato io a mandare via Gomez. Sarò sempre grato per tutto quello che abbiamo fatto in questi anni, abbiamo costruito una squadra che ha la sua identità e gioca sui suoi ritmi, ma in Italia non ci siamo solo noi. Se c'è una cosa che ci dà fastidio sono le interruzioni. Ci piace quando ci lasciano giocare, le interruzioni ci danno fastidio. Il mio futuro è ancora all'Atalanta? Se non mi cacciano, vediamo. Dieci partite sono tante".

"A Madrid volevamo restare in partita, ci stavamo riuscendo"

Gasperini ha poi proseguito, parlando di alcuni passaggi importanti di questi suoi anni all'Atalanta. A partire dalla doppia sfida in Champions League di qualche settimana fa contro il Real Madrid: "L'obiettivo a Madrid era restare in partita almeno nel primo tempo e poi rischiare un po' di più, era comunque difficile. Ci stavamo riuscendo bene. Dire che l'Atalanta fosse favorita era un po' troppo. Il Real Madrid delle ultime partite lasciava un po' a desiderare, ma poi quando sono arrivati i momenti decisivi è cambiato tutto". L'allenatore nerazzurro è tornato poi sulla finale di Coppa Italia contro la Lazio del 2019 e sul famoso fallo di mano in area di rigore di Bastos: "Era un muro a pallavolo. Mi ha fatto incavolare perchè era l'unico caso certo che fosse fallo di mano. Ma non ce l'ho con la Lazio, se non ci hanno dato rigore non è certo colpa della Lazio".

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"Pirlo? Ci sono tanti modi per formarsi da allenatore"

Infine, Gasperini ha concluso, commentando il momento difficile della Juventus e la prima stagione da allenatore di Andrea Pirlo: "Penso che la società nei confronti dell'ex giocatore e della persona abbia una fiducia smisurata. Magari hanno l'idea che possa diventare un grande allenatore. Il fatto di conoscere l'ambiente aiuta, ma l'allenatore è tutto un altro mestiere, ti devi formare. Lo puoi fare in tanti modi, magari partendo dalla Juventus. Se mi proponessero un quinquennale alla Juve? No, cinque anni sono troppi (ride ndr)".

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