Milan-Juventus, Pirlo: "Non mi faccio da parte, finché mi sarà consentito vado avanti"
juventusDopo la disfatta contro il Milan, l'allenatore bianconero ammette le proprie responsabilità ma guarda avanti: "Non mi faccio da parte, il mio lavoro continua finché mi sarà consentito". Poi un'analisi sulla stagione: "Avevo in mente certi princìpi, poi mi sono dovuto adattare ad alcune cose"
È un Andrea Pirlo amareggiato quello che esce nettamente sconfitto dallo scontro-diretto per la Champions con il Milan: uno 0-3 in casa che fa scivolare la Juve al quinto posto, fuori dalla zona Champions, di fronte al quale l’allenatore bianconero, ancora una volta, fa mea culpa prendendosi tutte le responsabilità, non mancando però di fare qualche puntualizzazione.
"Farmi da parte? Non ci penso"
“Come mi spiego un simile ko? Ci sono tante componenti che non sono andate, non può essere altrimenti quando perdi 3-0 una gara così impotante. In settimana avevo visto la squadra bene, ci eravamo allenati con giusta mentalità, ora dovrò parlare con i ragazzi. Farmi da parte? No, non ci penso. Ho intrapreso questo lavoro con tanto entusiasmo e il mio lavoro va avanti, sono in una grande società e penso di poter fare meglio e poterne uscire insieme alla squadra. Continuerò a portare avanti il mio lavoro finché mi sarà consentito”.
"Mi sono dovuto adattare"
Pirlo analizza poi cosa non ha funzionato in questa stagione che vede la Juventus rischiare di restare fuori dalla Champions: “Avevo in testa un progetto diverso, ho cercato di lavorare su certi principi ma poi mi sono dovuto anche adattare a cose che sono successe e ho dovuto rivedere alcune cose. Avevo alcune cose in testa e con certi tipi di giocatori diventa difficile. Pensavo di avere una squadra diversa ma questo ho a disposizione e con questo devo lavorare. Se non sono riuscito a tirare fuori il meglio da questi grandi giocatori la colpa è mia e me ne assumo la responsabilità”. Sull’atteggiamento della squadra, invece, Pirlo commenta così: “Mancanza di reazione? Ne abbiamo parlato tanto perché ci sono state tante partite di questo tipo. Ho chiesto a loro di tirare fuori l’orgoglio, qualcosa che sentissero dentro la pancia: la maglia che si indossa è prestigiosa e l’orgoglio non può mai mancare, che si giochi bene o male. Per il resto, le cose successe fuori dal campo in questa stagione (il riferimento è al caso Suarez o a quello Superlega, ndr) non hanno intaccato lo spogliatoio. Le cose andate male sul campo sono solo colpa nostra, soprattutto mia perché sono a capo di questo gruppo”.