Lippi: "Mondiale 2006? Ai rigori ho pensato che Trezeguet mi dovesse qualcosa..."

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Al Festival dello Sport di Trento, l'ex commissario tecnico racconta il suo rapporto negli anni con i calci di rigore: "Nella finale di Champions del 2003, i giocatori si nascondevano. Non è solo una lotteria, incide anche lo stato d'animo". Sul palco anche Arrigo Sacchi, che commenta la lotta scudetto: "La Juve era la favorita della vigilia, il Napoli deve crescere in mentalità e l'Inter ha qualche sicurezza in più. Ma chi gioca meglio è il Milan". E sul Pallone d'Oro, i due non hanno dubbi: "Lo merita Jorginho"

Al Festival dello Sport di Trento è il turno di salire sul palco per due allenatori che hanno scritto la storia del calcio italiano e non solo: Marcello Lippi e Arrigo Sacchi. I due sono anche accomunati da un'esperienza da commissario tecnico della nazionale, anche se i loro destini sono separati dall'esito dei calci di rigore in una finale dei Mondiali. A tal proposito, Lippi ha raccontato il proprio rapporto negli anni con i tiri dal dischetto: "Nella mia carriera ho avuto la possibilità di terminare tre grandi competizioni ai calci di rigore. La prima è stata la finale di Champions del 1996 contro l'Ajax e onestamente noi avremmo meritato di vincerla prima. Quando fischiò la fine l'arbitro, tutti i giocatori vennero verso di me ed erano disponibili a tirare il rigore e sentivo fortemente che volevano vincere quella partita. La seconda è stata la finale di Champions del 2003 e quella fu una partita poco brillante e a fine partita i giocatori si nascondevano e infatti perdemmo. La terza è stata la finale dei Mondiali ed è successa la stessa cosa del 1996. Incide anche lo stato d'animo, i rigori non sono esclusivamente una lotteria. E quando Trezeguet si è avviato a battere il rigore, ho pensato che mi dovesse qualcosa per quell'errore nel 2003".

Sacchi: "Per me il Mondiale del '94 vale come una vittoria"

Arrigo Sacchi ha parlato anche del suo Mondiale, quello del 1994, perso proprio ai calci di rigore in finale contro il Brasile: "Quando hai una squadra, è importante avere una buona cultura per giudicare se quella squadra ha dato tutto quello che poteva. Io penso che quella squadra abbia dato tutto quello che poteva. La sostituzione di Baggio contro la Norvegia? Era in un momento in cui non scartava neanche me. L'ho sostituito perchè aveva perso autostima ed eravamo in 10, avevo bisogno di persone che corressero il doppio. E ricordo che quella partita l'abbiamo vinta. Baggio mi chiese il cambio anche contro la Nigeria perchè aveva male a un ginocchio, ma è rimasto in campo e ha segnato due gol. Il calcio è uno sport di squadra che non si può ridurre a un singolo. Quell'Italia nel '94 non ebbe il dominio del gioco, ma siamo arrivati alla fine dando tutto e abbiamo perso. Noi siamo l'unica nazionale che non ha avuto neanche un riconoscimento dalla politica, ma siamo arrivati in finale. Forse meritava di più il Brasile, ma abbiamo dimostrato in quel Mondiale di essere dei grandi professionisti e per me vale come una vittoria".

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"Capolavoro di Mancini, vinti gli Europei con merito"

Spazio anche alla nazionale di oggi, con il parere favorevole di Lippi sul lavoro svolto da Mancini in questi anni: "La vera espressione di un movimento calcistico è la nazionale, nei club giocano sempre 8-9 stranieri. Mancini in questi anni ha fatto un ottimo lavoro, con una percentuale di difficoltà enorme. Quando allenavo io la nazionale c'era il 35% degli stranieri in Serie A, adesso il 35% sono gli italiani. Lui ha rischiato, facendo giocare tanti giovani, alcuni convocandoli ancora prima che esordissero nei club, mandando un messaggio alle società. E anche grazie a questo oggi si vedono allenatori, come Italiano o Juric, che fanno giocare bene le loro squadre e si vanno a giocare la partita. Sono sempre di più gli allenatori che organizzano la squadra in modo aggressivo". Anche Sacchi esalta il lavoro del commissario tecnico azzurro: "Sono molto preoccupato per il calcio italiano perchè abbiamo troppi giocatori stranieri. Mancini ha compiuto un vero e proprio capolavoro, perchè ha vinto gli Europei con merito".

"Milan, Napoli e Inter per lo scudetto. Ma occhio alla Juve..."

I due allenatori hanno poi analizzato il momento attuale della Serie A, parlando delle possibili favorite nella lotta scudetto. Questo il parere di Arrigo Sacchi: "La favorita d'obbligo era la Juventus, la partenza non è stata buona e sono curioso di vedere cosa farà di qui in avanti. Potrà recuperare se davanti non tengono un passo elevato. Davanti c'è il Napoli, che però dovrà acquisire una mentalità che non sempre ha avuto per vincere. L'Inter ha già qualche sicurezza in più, anche per il suo passato vincente. Il Milan gioca meglio delle altre e questo è quasi un miracolo, perchè ci sono tanti ragazzi. Il timore è che si possa seminare tanto per raccogliere poco, come a volte accade con i giovani, però Pioli ha dato un'identità. Però vorrei ricordare un'altra cosa: vincere con i debiti è corretto?". Gli fa eco Marcello Lippi: "Sulla base di quello che stiamo vedendo, le più accreditate sono Milan, Napoli e Inter. La Juventus ha già fatto delle rincorse di un certo tipo e non bisogna escluderla troppo presto. Le altre le vedo ancora un po' indietro".

Lippi e Sacchi in coro: "Jorginho merita il Pallone d'Oro"

Infine, un parere sull'elezione del prossimo Pallone d'Oro. Lippi non ha dubbi su chi dovrebbe essere il vincitore: "Non lo darei a uno dei soliti, perchè quest'anno non hanno fatto grandi cose. C'è un giocatore che ha vinto tutto quello al quale ha partecipato ed è Jorginho, lo darei a lui". Dello stesso parere anche Sacchi: "Sono d'accordo. Vincono sempre gli stessi, Baresi lo avrebbe meritato ma giocava in un ruolo che non suscita grandi sensazioni. L'attaccante si nota anche se sbadiglia, difensori e centrocampisti meno"-

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