Juve, caso plusvalenze: i precedenti e le possibili sanzioni

L'analisi
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Trasferimenti con plusvalenze sospette su cui indaga la Covisoc e l'inchiesta della Procura di Torino per falso in bilancio e sei indagati. Agenzia ANSA: accertamenti anche sui rapporti economici con Cristiano Ronaldo. Ecco a cosa potrebbe andare incontro il club bianconero

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Le 42 plusvalenze nel mirino della Covisoc, poi la perquisizione della Guardia di Finanza nelle sedi di Torino e Milano della Juventus alla ricerca di documenti relativi alla compravendita giocatori e alla formazione dei bilanci per gli anni 2019-21. E, ancora, l'indagine della Procura di Torino per "false comunicazioni delle società quotate" ed "emissione di fatture per operazioni inesistenti", nell'inchiesta il vertice societario e i direttori delle aree business, financial e gestione sportiva.

Plusvalenze sospette per oltre 282 mln in 3 anni

Come riporta l'agenzia ANSA, plusvalenze per 282 milioni in tre anni "connotate da valori fraudolentemente maggiorati". C'è questo dato alla base dell'indagine della procura di Torino. Ma ora, cosa rischia la Juventus?

Falso in bilancio, giustizia sportiva e il precedente Chievo

Nell'ambito dell'inchiesta denominata "Prisma", dove sono sei gli indagati tra cui Agnelli, Nedved e Paratici, gli articoli di riferimento per il reato di falso in bilancio sono il 2621 e il 2622 del Codice Civile e il decreto legislativo 74/2000. Per quanto riguarda la giustizia sportiva, c'è un precedente che nel 2018 partì dalle stesse premesse. La Corte d'Appello federale allora condannò il Chievo Verona a tre punti di penalizzazione per "reiterata violazione ed elusione delle norme di prudenza e correttezza contabile". Questa decisione fu confermata dal Collegio di garanzia, mentre la Procura federale chiedeva 15 punti di penalizzazione. In quell'inchiesta, inoltre, figurava anche il Cesena: club che però non fu sanzionato perché fallito.

Cosa dice l'articolo 31 del Codice Figc

Premesso che i contenuti dell'inchiesta "Prisma" sono tutti da chiarire, nell'ambito del Codice Figc sappiamo che il comma 1 dell'articolo 31 fa riferimento a "informazioni mendaci, reticenti o parziali" ma anche a "comportamenti comunque diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica". In questo caso ammenda e diffida sono le sanzioni. Il comma 2, invece, si rivolge a "chi tenta di ottenere l'iscrizione a una competizione cui non avrebbe potuto essere ammessa". In questo secondo caso, si va dalla penalizzazione all'esclusione del campionato. Ma è improbabile che si verifichino sanzioni relative al comma 2.

Accertamenti su rapporti economici con Cristiano Ronaldo

Come riporta l'agenzia ANSA, ci sono accertamenti anche sui rapporti economici con Cristiano Ronaldo nell'inchiesta della procura di Torino e della guardia di finanza sui conti della Juventus. Il calciatore non risulta indagato. I militari però hanno ricevuto dai magistrati l'incarico di cercare "documenti e scritture private" relative al contratto e alle retribuzioni arretrate.

Pm: Juve macchina ingolfata da investimenti oltre budget

Agenzia ANSA, lo scenario che stanno disegnando gli inquirenti della procura di Torino: Juventus paragonata a una "macchina ingolfata" a causa di investimenti oltre le previsioni di budget e di altre operazioni poco accurate, tra cui gli stipendi eccessivi. Con il sistema delle plusvalenze sulla compravendita di calciatori la Juventus ha generato un "ricavo di natura meramente contabile e in ultima analisi

fittizio" mascherando perdite di esercizio: 39 milioni anziché 171 milioni nel 2019, 89 milioni anziché 209 milioni nel 2000, 209 milioni anziché 240 milioni nel 2021. Questa in sintesi è l'ipotesi su cui stanno lavorando la procura di Torino e la Guardia di Finanza. Nel corso dell'indagine sono state svolte intercettazioni telefoniche.

Pm: Agnelli consapevole plusvalenze

È Fabio Paratici, ex Chief football officer della Juventus, "l'artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze", ma il Cda della società bianconera, e "in primis il presidente Andrea Agnelli", era "ben consapevole" della sua condotta, stando a quanto riporta ANSA. Gli inquirenti si sono avvalsi di numerose intercettazioni telefoniche, dalle quali si ricava che negli ambienti della Juventus era chiaro che le difficoltà non derivavano soltanto dall'emergenza sanitaria: in una conversazione si sente dire "sì ma non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene".