Milan, Ibrahimovic: "Quando torno butto giù lo stadio. Ritiro? Decido io"

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Lo svedese a Radio 105: "Torno presto e quando rientro butto giù lo stadio. Ritiro? In tanti mi danno del finito, ma non fanno altro che caricarmi ancora di più. Decido io quando smettere. A Galliani voglio troppo bene, vincere con questo Milan mi darebbe più soddisfazione"

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Zlatan Ibrahimovic sta meglio ed è carico in vista del suo ritorno in campo dopo il problema al tendine d’Achille che lo sta tenendo ai box da qualche settimana e lo costringerà a saltare anche il prossimo impegno di campionato del Milan contro Salernitana. "Se torno presto? Questo è sicuro", ha ammesso l’attaccate svedese ospite di 'Mi Casa' su Radio 105.  Ibra ha parlato degli infortuni che lo hanno frenato in questa stagione: "Sono situazioni molto difficili. Nella mia carriera non ho avuto tanti stop, negli ultimi anni invece mi sono fermato spesso, anche con un infortunio grave. Ma è Ibra che decide quando smettere. Tanti continuano a darmi del finito, ma mi caricano". L’attaccante del Milan ha poi parlato così del suo futuro: "Ho fiducia in tutto quello che sto facendo. Quanto andrò avanti non lo so, ma cerco sempre di andare oltre al limite. Perché essere normali quando puoi essere più forte? Per il futuro vediamo. Sono curioso per certe cose: per esempio, diventare un attore… voglio qualcosa che mi dà adrenalina. Ma nulla sarà come il calcio. Dovrò fare la differenza. Ho tanti progetti, ma ora il mio focus è essere un calciatore. Quando torno butto giù tutto lo stadio".

"Vincere con questo Milan mi darebbe più soddisfazione"

Ibrahimovic ha fatto il punto sull’attuale Serie A che vede il Milan primo ma con una partita in più rispetto all’Inter: "Questo campionato mi sembra equilibrato. Chi è più forte da febbraio/marzo vincerà, anche perché ora iniziano le partite europee per le altre. Quando sono arrivato io, la Serie A era diversa, era pieno di superstar, mentre oggi è più collettivo. Se vincessi con questa squadra mi darebbe più soddisfazione di dieci anni fa. Il mio rapporto con gli arbitri? All’inizio non mi controllavo, urlavo e gli attaccavo. Ora invece sono più maturo e gestisco meglio la situazione. Anche loro riconoscono il mio cambio di atteggiamento e si comportano diversamente".

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"A Galliani voglio troppo bene"

Lo svedese ha parlato anche di Galliani, il dirigente che in passato lo portò per la prima volta al Milan: "Gli voglio troppo bene. Quando ero a Barcellona non ero felice e non avevo adrenalina. Adriano mi ha chiamato e mi ha detto 'Questa volta torni in Italia e giochi nel Milan'. È venuto a casa mia e mi ha detto 'Non mi alzo finché non accetti'. È un gentleman, con lui e Berlusconi ero tornato felice. Le cose alla fine sono andate bene e abbiamo vinto". Ibra ha poi aggiunto: "Quando sono andato via ero molto arrabbiato con lui, per otto mesi non ci siamo parlati. Gli ho detto di vendere tutta la squadra ma non me. Mi aveva promesso di non vendermi, poi in estate mi ha spiegato la situazione e mi hanno venduto al Psg. Non ero felice…".