Il signing si farà nei prossimi giorni a Milano, l'operazione sta andando avanti senza ostacoli: Elliott rimarrà come azionista di minoranza. Intanto le parole di Maldini hanno creato imbarazzo e messo di fatto la proprietà (vecchia e nuova) con le spalle al muro
Il Milan è sempre più vicino al passaggio di proprietà. Si sta per chiudere l'affare tra Elliott e RedBird Capital, la società americana che si appresta così a diventare il nuovo azionista di maggioranza del club rossonero. Dopo che l'offerta da 1,3 miliardi di euro è stata accettata, adesso si passerà ai prossimi due step cruciali: a metà della prossima settimana, infatti, sono previste le firme mentre tra circa un mese si procederà con il 'closing' dell'affare. Elliott, comunque, non uscirà dal club, ma resterà dentro con una percentuale di minoranza (il rapporto con RedBird dovrebbe essere 70-30).
Il rinnovo di Maldini
Maldini attualmente è in vacanza a Tel Aviv e tornerà in Italia nei prossimi giorni. In un'intervista rilasciata qualche giorno fa alla Gazzetta dello Sport, il direttore dell'area tecnica del Milan aveva espresso il disappunto per la situazione del contratto in scadenza suo e di Massara (“Trovo poco rispettoso che Gazidis ed Elliott non si siano neanche seduti a parlare con noi del rinnovo”, aveva detto). Un rinnovo che, nonostante non ci siano ancora stati incontri tra le parti, non è mai stato messo in discussione a Casa Milan. Tra i tanti temi trattati nell’intervista, Maldini aveva anche definito lo scudetto ottenuto quest'anno “la vittoria delle idee, della volontà e dello spirito di gruppo. Ora sta al club decidere se aprire un ciclo: con due o tre acquisti importanti e il consolidamento dei giocatori che abbiamo possiamo competere per qualcosa di più grande in Champions. Come ho detto a suo tempo a me piace essere una sorta di garanzia per il milanista. Io non sono la persona giusta per fare un progetto che non ha un’idea vincente. Non potrei mai farlo”. Parole che hanno creato non poco imbarazzo e messo di fatto la proprietà (vecchia e nuova) spalle al muro.
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La altre fecciare a Elliott
Si tratta della terza uscita pubblica di Paolo Maldini contro Elliott, dopo la questione Rangnick due anni fa e la Superlega un anno fa. Nel 2020 Maldini rispondeva così alle voci di un imminente arrivo di Ranf Rangnick in rossonero: "Non avendo mai parlato con Rangnick – dichiarava Maldini a Sky - non capisco su quali basi vertano le sue dichiarazioni, anche perché dalla proprietà non mi è mai stato detto nulla. L'allenatore tedesco, parlando di un ruolo con pieni poteri gestionali sia dell’area sportiva che di quella tecnica, invade delle zone nelle quali lavorano dei professionisti con regolare contratto. Prima di imparare l’italiano, dovrebbe dare una ripassata ai concetti generali del rispetto, essendoci dei colleghi che malgrado le tante difficoltà del momento stanno cercando di finire la stagione in modo molto professionale, anteponendo il bene del Milan al proprio orgoglio professionale". Nel 2021 dopo la nascita e il tramonto in poche ore del progetto Superlega: "Vorrei precisare che non sono mai stato coinvolto nelle discussioni che riguardavano la Superlega. L'ho saputo domenica sera dopo lo statement congiunto con le varie squadre. Si è deciso a un livello più alto rispetto al mio dirigenziale. Questo non mi esenta da prendere la responsabilità di scusarmi con i tifosi, e non solo di quelli del Milan, che si sono sentiti traditi".