Roma, nuovo stadio a Pietralata: presentato lo studio di fattibilità al sindaco Gualtieri

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Paolo Assogna

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Il CEO della società giallorossa, Pietro Berardi, ha consegnato al Comune della capitale lo studio di fattibilità sul progetto del nuovo stadio che dovrebbe sorgere nella zona di Pietralata: "E' una giornata importante. Non sarà solo per la Roma, ma per tutta la città"

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Trentacinque anni dopo Dino Viola un’altra proprietà della Roma apre una nuova pratica stadio. Quella volta era in zona Magliana, stavolta ci si sposta verso la zona est della città, Pietralata. Tra i due progetti, per quasi dieci anni, ha tenuto banco la questione Tor di Valle. James Pallotta ha messo soldi energie e tempo sullo stadio da costruire al posto dell’ippodromo, il cambio di approccio dei vari sindaci ha rallentato la messa della prima pietra fino al 2018, quando lo stesso Pallotta, oramai stroncato dalla burocrazia, aveva capito che non sarebbe riuscito. È uno dei motivi per cui ha venduto la Roma. Il piano peraltro era ancora in vita con tanto di riconoscimento di pubblica utilità, ma ai Friedkin il progetto Tor di Valle non è mai piaciuto e hanno preferito concentrarsi su qualcosa di nuovo. Il nuovo significa Pietralata, zona ben servita dai mezzi pubblici grazie a due fermate della metro B e per i treni la vicina stazione Tiburtina. E proprio questa mattina il CEO della Roma Pietro Berardi ha consegnato il piano di fattibilità tecnico economico di persona, in Campidoglio, al sindaco Gualtieri: il primo passo verso l’apertura del protocollo Pietralata. “E’ una giornata molto importate per il club”, ha spiegato Berardi, “perché a nome della proprietà della Roma abbiamo presentato lo studio di fattibilità al Sindaco Gualtieri. Avevamo promesso di consegnare qualcosa alla giunta entro settembre e ottobre e abbiamo rispettato questa scadenza. Abbiamo presentato un'idea di stadio che non sarà solo per la Roma, ma per tutta la città. Non sarà aperto solo per le due-tre ore della partita ma per tutta la settimana". 

Nuovo stadio della Roma, quanto ci vuole ora?

Dal momento della presentazione del progetto inizia la dura battaglia con la burocrazia ben conosciuta da chi ci ha provato prima dei Friedkin. L’apertura della conferenza dei servizi che dopo 90 giorni consentirà l’inizio dei lavori al progetto preliminare, poi il passaggio tra le varie commissioni e infine quello in Consiglio comunale per la delibera sul pubblico interesse, fase in cui si deciderà il destino dell’impianto. I terreni, dove dovrebbe sorgere lo stadio, vennero espropriati per la costruzione della città degli uffici, lo SDO, opera mai realizzata. Il problema rimane la destinazione d’uso. Non può essere cambiata e in questo caso lo sarebbe eccome. Un punto che potrebbe scatenare centinaia di ricorsi dei vecchi proprietari dei terreni. Ma da oggi in ogni caso si parte, con una certezza. Il proprietario della Roma in grado di battere la formidabile, finora insuperabile e a volte surreale, macchina della burocrazia verrà ricordato per sempre, perché tre presidenti sono riusciti a vincere lo scudetto, ma costruire uno stadio di proprietà è stata impresa sinora mai realizzata da nessuno.

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