Samp , Stankovic si presenta: "Credo nella salvezza, voglio aggressività e organizzazione"

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Così nel giorno della presentazione ufficiale il nuovo allenatore della Samp: "Credo nella salvezza, non meritiamo quella posizione. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, chi non la pensa così è meglio che ne resti fuori". Su Mourinho, che sfiderà lunedì sera: "Un amico. Da giocatore ero uno che dava sempre il 100%, ma quando è arrivato lui ho scoperto che potevo dare ancora di più"

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Nel giorno dell'anniversario della scomparsa di Paolo Mantovani (ricordato con commozione dal presidente Marco Lanna, giocatore di quella mitica squadra), in casa Samp viene presentato ufficialmente il nuovo allenatore Dejan Stankovic: "Ripartiamo dal secondo tempo della partita contro il Bologna, da quell'atteggiamento: aggressivi, organizzati, dobbiamo sempre sapere cosa fare", le sue prime parole. "Non parlo del passato perché non mi permetto di giudicare. Io guardo da oggi". Poi, ai microfoni di Sky, una sintesi molto chiara del suo pensiero: "Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, chi non la pensa così è meglio che ne resti fuori".

La Samp, il perché della scelta

Il nuovo allenatore blucerchiato ha spiegato anche perché ha scelto proprio la Samp: "Tante persone 'di calcio' mi hanno chiesto perché ho scelto una squadra ultima con due punti. E' perché io ci credo e non meritiamo questa posizione. Insieme possiamo salvarci ma serve grandissimo impegno da parte di tutti. Le vittorie sono la penicillina per sentirsi sicuri e bravi; quando non ci sono i risultati crolli mentalmente e anche fisicamente perché corpo e testa sono collegati. Abbiamo lavorato bene, ho visto un po' di sorriso e gioia nei ragazzi, sono pronti per quello che ci aspetta".

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"Salvarsi" prima della sosta

"Ho vinto tanto. Nella vita bisogna avere obiettivi: se l’obiettivo era lottare per lo Scudetto alla Stella Rossa, non cambia lottare per la salvezza alla Sampdoria. Non è uno scendere, è un’altra esperienza. Difficile, ma non impossibile. È sempre un obiettivo. Dobbiamo arrivare a gennaio, il nostro obiettivo è quello di uscire dalla zona retrocessione prima della sosta. Non abbiamo ancora parlato di mercato perché sono concentrato sul gruppo. A gennaio aprirà il mercato e vedremo dove saremo, adesso sono felice di quello che ho".

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La videochiamata con l'amico Mourinho

Ai microfoni di Sky, poi, Stankovic ha parlato anche del suo passato, e inevitabilmente di uno dei suoi maestri, quel Mourinho che ritroverà proprio sfidando la Roma lunedì sera: “Mi sento fortunato a far parte della Serie A come allenatore dopo averlo fatto come giocatore. È cambiata, ma è sempre calcio. Sarà emozionante la prima al Ferraris contro un allenatore che rispetto e stimo tantissimo, e che è un mio amico".

"Mi ha videochiamato il giorno della firma, è stato uno dei primi se non il primo e abbiamo chiacchierato da amici. Ho imparato tantissimo da lui, ero uno che dava sempre il 100% ma quando è arrivato lui ho scoperto che potevo dare ancora di più. Lui su queste cose è il numero uno. Non a caso lui ha mille panchine, io faccio la mia prima a Marassi: cosa posso dire? Sto zitto e pedalo".

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In una parola, orgoglio

"L’Inter è il passato, io voglio guardare e vivere il presente e guardare con ottimismo il futuro. Quello che c’è stato lo teniamo dentro di noi come un grandissimo ricordo, quello che sarà è quello che fa la differenza. Quanto c’è del marchio di Mourinho nello Stankovic allenatore? Ho lavorato con grandissimi maestri di calcio: Mou ma anche Eriksson, mancini, Mihajlovic, Zaccheroni con cui ho fatto un calcio bellissimo e da tutti ho preso qualcosa. Poi ci devi mettere il tuo, non puoi essere la copia di qualcuno".


Cosa serve per salvarsi? Orgoglio, in una parola. E dentro orgoglio c’è tutto. Non è impossibile, sarà difficile. È un percorso che metterà tutti alla prova e in discussione, me per primo. Se dico a me stesso ‘testa bassa e pedalare’, puoi immaginare che tutti mi seguiranno...".

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