Inter, chi c'era nella prima partita di Stankovic in nerazzurro (e cosa fanno oggi)
Era domenica primo febbraio 2004 e Dejan Stankovic giocava la sua prima partita da nerazzurro, quasi settemila giorni prima del suo grande ritorno a San Siro da avversario. Era un'Inter in cui convivevano campioni, meteore e molte storie: Cirillo contro Materazzi, il portiere più costoso della storia del club e il centrocampista improvvisato portiere. Oggi cosa fanno? Allenatori, vicepresidenti, bicicletta e arti marziali…
- Gennaio del 2004. Dejan ha già vinto uno scudetto con la Lazio ed è alla sua sesta stagione in Italia, ma è in scadenza; vincerà tutto in nerazzurro e sarà tra gli idoli del triplete insieme ad un altro protagonista dell'affare di mercato di diciotto anni fa.
L'Inter lo paga 4 milioni più la comproprietà di un giovane attaccante macedone, Goran Pandev (che poi tornerà a Milano nel 2009). Il colpo Stankovic resta tutt'ora uno dei migliori di sempre di gennaio della A.
- Un netto 4-0 per Zaccheroni, che era subentrato in panchina a stagione iniziata a Cuper. Stankovic - il nuovo colpo - è subito titolare a centrocampo. Due doppiette e vittoria senza grossi problemi a San Siro: segnano Recoba e Adriano.
- E quell'Inter-Siena fu anche la partita del pugno di Materazzi a Cirillo. Famose le immagini del post gara dove il difensore bianconero (ed ex Inter) si presentò in tv con un labbro spaccato: "Volevo far vedere a tutti cosa mi ha fatto Materazzi". La ricostruzione fu rapida: qualche sfottò di troppo del nerazzurro (dalla panchina) verso Cirillo, il parapiglia nel tunnel e poi la squalifica (due mesi circa) a Materazzi, che ammise subito: "Non sarebbe dovuto accadere". I due si ritrovarono pochi giorni dopo alla Gazzetta per scuse e una stretta di mano.
- Resta ad oggi il portiere più costoso della storia nerazzurra (55 miliardi di lire alla Fiorentina nel 2001). Era il titolare dei pali di una squadra a cui è sempre rimasto legato: è stato a lungo "ambasciatore" del club, a capo dei progetti Inter Forever e Inter Campus. Poi le esperienze nello staff delle giovanili della Nazionale e la passione per la bicicletta
- Nell'estate in cui l'Inter sembrava vicinissima a Nesta (con Vieri che aveva convinto Ronaldo e Recoba a tagliarsi lo stipendio per aiutare il club a prendere il difensore, suo ex compagno alla Lazio), arrivò lui, insieme a Fabio Cannavaro
- A convincere i nerazzurri era stato il buon Mondiale appena disputato da leader della difesa del Paraguay, eliminato agli ottavi dalla Germania con un gol arrivato solo all'88°
- Gamarra - arrivato dal Flamengo dopo un prestito in Grecia - si rivelerà un flop, con appena 27 presenze in 3 campionati. E oggi? Cambio vita per lui: a 50 anni la sua passione per le arti marziali lo sta portando verso il circuito MMA.
- Dieci giorni dopo quella partita col Siena, sempre a San Siro e sempre contro una squadra bianconera (la Juve in Coppa Italia), segnò nel recupero il gol del 2-2 che portò la semifinale ai rigori. Famosa la sua dedica a Francesco, 15enne tifoso dell’Inter scomparso da casa a Brescia e ritrovato dopo una settimana a Genova. "Sono molto contento", commentò Adani alla buona notizia dopo aver destinato la rete al ragazzo. Oggi Adani, come ben noto, è opinionista tv.
- Arrivato nell'estate del 2002, ripartito sei mesi dopo quella partita contro il Siena. Conteso in un derby col Milan, in nerazzurro non riuscirà a spiccare il volo come nel resto della sua carriera. Oggi allena: è alla prima esperienza in Italia, in B, col Benevento.
- Uno dei giocatori ad essere passato da uno sponda all'altra del Naviglio di Milano. È l'estate del 2003 quella in cui si concretizza il suo passaggio dal Milan (dove aveva vinto un campionato e una Champions) all'Inter, dove resta solo un anno, nell'ambito di uno scambio con Cyril Domoraud. Oggi? Allena: è nello staff del club danese Odense.
- Acquistato come uno dei centrocampisti giovani più promettenti d'Europa e finalista di Champions (persa col Valencia di Cuper): verrà ricordato per essere stato portiere in un quarto di finale di ritorno proprio contro il Valencia. Toldo si fa cacciare, le sostituzioni sono finite, lui para e l'Inter si qualifica in semifinale nel 2002. Ora è fuori dal mondo del calcio, salvo qualche telecronaca
- Abbiamo già detto del super colpo che piazzò l'Inter in quel gennaio di diciotto anni fa. Uomo chiave di tutti i successi futuri nerazzurri, stella del centrocampo. Sfiderà proprio la sua vecchia squadra (live su Sky e in streaming su NOW questa sera) da avversario. Ha iniziato ad allenare in patria nella Stella Rossa, la Samp è la sua prima panchina italiana da capo allenatore.
- L'attuale vicepresidente del club era a metà del suo lunghissimo cammino, tutto nerazzurro. Era la sua nona stagione nell'Inter, ne sarebbero seguite altre dieci.
- Storia infinita quella con l'Inter: fu il più amato dal presidente Massimo Moratti (che se ne innamorò guardando un VHS). Magie in campo, il soprannome Chino per il taglio degli occhi all'orientale. Due gol quel giorno col Siena, tanti altri prima e dopo. È un altro allenatore: guida i giovani del Nacional di Montevideo.
- L'altro uomo della doppietta. Forza fisica incredibile, magie, candidato al Pallone d'Oro nel 2005, discontinuità. Oggi è ancora amatissimo sui social, dove è attivissimo tra scatti personali ed eventi commerciali. Fa l'imprenditore.
- Anche lui dal Valencia, uno dei tantissimi argentini in nerazzurro. Gol a Kily - recitava uno striscione di casa a San Siro. Alla fine furono zero in tre anni. Ripartì nel 2006 per il Rosario Central che, fino a poco tempo fa, era anche il suo presente come allenatore. Attualmente è senza panchina.
- Dal 2000 fino a fine carriera in nerazzurro, oltre dieci anni da leader della difesa. All'Inter ha vinto tutto. Attualmente fa il dirigente: è nel board del Venezia.
- Vivaio Juve, lanciato dall'Inter. È il 2002 quando muove i primi passi come giovane promessa, poi tanti prestiti e una carriera chiusa a Venaria Reale in Piemonte; dove è anche ripartita in panchina: oggi allena la squadra della sua città in Eccellenza.
- A Parma giocò con Cannavaro, Thuram, Buffon, Mboma, Mutu, Di Vaio, Adriano e tanti altri. In nerazzurro solo un anno: sedici partite nel 2003-04. Oggi allena anche lui (ma è senza panchina): ha guidato la nazione della Costa d'Avorio, il Rennes, il Nottingham Forest e due squadre in Qatar.
- Rimpiazzò Cuper, lasciò per Mancini dopo aver condotto la squadra alla qualificazione Champions. Carriera da globe-trotter della panchina: nazionale giapponese (nel 2011 vince la Coppa d'Asia, batte record su record e viene ricevuto nientemeno che dall’imperatore Akihito), Cina e nazionale degli Emirati Arabi sono state le sue ultime tappe prima del ritiro.