Milan, Pioli: "Vogliamo vincere ancora. Zero dubbi su De Ketelaere, Leao rimanga"

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L'allenatore rossonero ha parlato in una lunga intervista a Sky Sport al termine del ritiro di Dubai: "Periodo molto utile, ripartiremo con convinzione e giocheremo per vincere una delle quattro competizioni a cui partecipiamo. Il nostro mercato di gennaio sarà il recupero degli infortunati. E su De Ketelaere giudizi troppo affrettati: nessun dubbio sulle sue potenzialità, lo proverò prima punta. Leao deve lavorare per crescere ancora, farlo qui lo agevolerebbe. Theo può diventare il terzino più forte del mondo"

A tutto Stefano Pioli. Al termine del ritiro a Dubai, dove il Milan ha lavorato in vista della ripresa del campionato fissata il prossimo 4 gennaio, l'allenatore rossonero ha parlato di diversi argomenti in una lunga intervista a Sky Sport. Dalle sensazioni personali agli obiettivi da raggiungere, passando per il momento attraversato da diversi giocatori tra cui De Ketelaere e Leao fino ad arrivare all'importanza di Ibrahimovic. "Sono stati dieci giorni molto importanti - ha esordito Pioli -. Dopo una sosta di 17-18 giorni, avevamo ripreso a lavorare a Milanello, dove abbiamo insistito un po' di più sul volume del lavoro. Questo periodo invece ci è servito per rivederci, per stare insieme ed avere dei focus su alcune situazioni di gioco sulle quali abbiamo lavorato. Ci siamo dati un obiettivo per cercare di ripartire su certe situazioni in maniera ancora più chiara e precisa, quindi è stato un momento di lavoro nel quale abbiamo ritrovato i nostri ritmi giocando partite difficili, che ci hanno aiutato. Soprattutto le difficoltà ci aiuteranno a crescere e a capire dove la nostra lente di ingrandimento dovrà cadere. Quindi è stato sicuramente un ritiro molto utile e un momento molto importante perché cercheremo di arrivare alla ripresa della stagione con ancora più convinzione, forza e fiducia. I giocatori che sono qui a lavorare lo hanno fatto con grandissima disponibilità".

"Gli infortunati i nostri acquisti di gennaio. Obiettivo vincere una delle quattro competizioni"

Pioli ha fatto il punto sull'avvio di stagione e ha spiegato come possa cambiare la situazione con il rientro dei diversi giocatori assenti in questa prima parte: "Io rimango convinto della qualità dei miei giocatori, al completo siamo una squadra forte e competitiva per cercare di vincere ogni singola partita, sapendo che il livello si è alzato. I nostri competitor sono molto forti, il Napoli soprattutto sta dimostrando di avere una qualità incredibile. Chiaramente se il Napoli manterrà questo livello credo che farà più di 100 punti e a quel punto bisognerà solo fargli i complimenti, ma io credo che il nostro obiettivo sia quello: spesso mi chiedono del mercato di gennaio, ma il nostro mercato di gennaio sarà recuperare i giocatori infortunati. Al completo questa squadra è forte: ha le qualità, la volontà e la determinazione per giocarsi tutte le proprie possibilità nelle competizioni in cui siamo ancora in corsa. Il nostro obiettivo è vincere qualcosa e abbiamo ancora quattro competizioni sulle quali focalizzarci". Una di queste quattro competizioni è la Champions League: "È la nostra casa - ha aggiunto Pioli - e, se alleni il Milan, non puoi non pensare che l'obiettivo sia quello di tornare protagonisti proprio lì. Supereremo certi step solo se alzeremo il nostro livello. E così dovrà essere contro il Tottenham". Infine un confronto con il campionato: "Se è più difficile vincere lo scudetto o la Champions? Il campionato lo vince chi lo merita, in Champions invece servono qualità e anche fortuna, che ti aiuta in certi episodi".

"De Ketalaere è sereno e ha grande potenziale, su di lui valutazioni affrettate"

Il colpo dell'ultimo mercato estivo, Charles De Ketelaere, sta avendo delle difficoltà nella sua esperienza al Milan ma Pioli non ha dubbi su di lui. L'allenatore ne ha parlato così, confrontando il suo avvio con le prime stagioni di Tonali e Leao: "Quando alleni ragazzi così giovani secondo me l’importante è la base. Non c’erano dubbi sul fatto che Tonali o Leao avessero il potenziale per diventare dei grandissimi giocatori. La cosa più difficile, quando alleni ragazzi così giovani, è prevedere quando scatterà nella loro testa qualcosa che permette loro di raggiungere quei livelli. Vale anche per De Ketelaere, nessuno ha dubbi sulle sue qualità o sul suo potenziale. Continuo a pensare che stiamo facendo tutti delle valutazioni troppo affrettate: il nostro è un gruppo in cui tutti siamo a disposizione per cercare di far capire le situazioni e per cercare aiutare dei giocatori che hanno bisogno di tempo per inserirsi e per capire le cose. Starà a me adesso aspettarlo e capire quando accelerare. Come vive questo periodo? Spesso le apparenze possono ingannare: lui è un ragazzo semplice, sereno, ma chiaramente non può essere immune da certe pressioni. Le pressioni che sta vivendo qua probabilmente nel suo vecchio club non le aveva, ma anche questo fa parte del percorso di crescita, soprattutto mentale, di un giocatore. Ad un giocatore giovane serve sempre una crescita prima mentale e poi tecnica. Io posso solamente dire che vedo un ragazzo molto felice e molto sereno". E su un possibile cambio di ruolo Pioli non chiude le porte: "Vederlo prima punta? Ci può stare, anche pensando alle prossime partite, quando incontreremo difese a schierate a cinque".  

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"Leao può crescere ancora, farlo con noi lo agevolerebbe"

Inevitabile un pensiero su Rafael Leao, che è anche passato a sorpresa nel ritiro di Dubai dopo l'eliminazione ai Mondiali con il Portogallo. "Era inaspettato che venisse qui a salutarci - ha ammesso Pioli - e questo ci ha fatto molto piacere, testimonia che i ragazzi stanno bene insieme. Abbiamo un gruppo variegato che più variegato non si può, arrivano da tutte le zone del mondo e hanno culture e abitudini diverse, ma hanno trovato il modo di stare bene insieme. Rafa è contento, disponibile e sereno, lo vedo molto positivo e finché vedo i miei giocatori così non posso che essere soddisfatto. È senza dubbio una cosa positiva per il nostro futuro. Credo che abbiamo fatto tanto insieme con tutti i giocatori, ma credo che nessuno di noi abbia ancora veramente toccato il massimo del proprio potenziale. Rafa ha fatto un percorso di crescita incredibile, sempre con la mente in crescendo, ma ha ancora tante cose su cui può lavorare con ancora più qualità e intensità. Chiaramente farlo con noi, dove conosce tutte le situazioni, di sicuro lo può agevolare".

"Ibra ha intelligenza superiore. E non si accontenta mai: così crescono anche gli altri"

Sempre parole di elogio per Zlatan Ibrahimovic, la cui importanza risulta fondamentale anche fuori dal campo: "Credo che lui abbia un’intelligenza superiore - ha spiegato l'allenatore del Milan - e che si sia saputo calare in una realtà che non aveva mai vissuto prima. Quando Zlatan è arrivato, il Milan non era una squadra che si pensava potesse vincere il campionato. Lui ha avuto l’intelligenza di capire i modi e i tempi in cui intervenire, con durezza quando era il momento di essere duri ma anche con comprensione quando bisognava aiutare i compagni. Zlatan è solo positivo per noi. Lui non ha mai la pancia piena, questa è stata sempre la sua mentalità e la sua forza. Vuole sempre qualcosa in più da sé stesso e facendo così riesce sempre a pretendere qualcosa in più da chi gli sta vicino. Qualsiasi cosa farà, speriamo che tra poco possa tornare a giocare, cercherà di ottenere sempre il massimo e anche qualcosa in più perché è questa la sua mentalità. I campioni sono campioni nella testa, hanno l’ossessione di ottenere il massimo da qualsiasi cosa. Lui si sveglia la mattina per fare di tutto affinché possa ottenere il massimo dalla sua giornata in qualsiasi momento. Quando è focalizzato su una situazione, ci va dentro a cento all’ora e non si ferma fin quando non ha ottenuto il suo obiettivo".

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"Giroud campione straordinario, Theo può diventare il migliore al mondo"

Infine una pensiero sui Mondiali, con i due giocatori del Milan, Giroud e Theo Hernandez, sconfitti in finale con la Francia dall'Argentina. "Ho tifato per Olivier e Theo, so quanto possa essere importante per un giocatore vincere un Mondiale. Giroud l'aveva già vinto, per Theo era la prima vera grande esperienza internazionale con la sua Nazionale ed è chiaro che quando arrivi in finale ti rimane la delusione di non aver vinto, però ci siamo sentiti questa notte e loro devono essere orgogliosi del percorso che hanno fatto. Giroud ha dimostrato di essere quel campione che tutti quanto conosciamo, non solo dal punto di vita tecnico ma anche per lo spessore umano, mentre Theo ha dimostrato quello che io e Maldini continuiamo a dirgli da tempo, ovvero che può diventare e sta diventando il terzino sinistro più forte del mondo". Chiusura sul dualismo tra Messi e Maradona dopo che Leo ha vinto il Mondiale eguagliando Diego: "Chi è meglio tra i due? Ci sono tre leggende nel calcio - ha concluso Pioli -: Pelé, Maradona e Messi, ma sono tutti legati ad epoche diverse".