Milan, crisi di gennaio: Pioli parla alla squadra e punta sull'orgoglio. Ma il mercato...
milan ©GettyLa sconfitta contro la Lazio ha sancito un mese da incubo per i rossoneri, costretti ad affrontare la prima vera crisi da quando, quasi tre anni fa, il Milan ripartì dopo la pausa Covid per arrivare fino allo scudetto della scorsa stagione. Ma i numeri ora non tornano e a Milanello Pioli ha parlato alla squadra, puntando soprattutto su un fattore. E dal mercato...
Che sia il momento più delicato dell’era Pioli non c’è dubbio. Lo dicono i numeri, le facce, le prestazioni, gli atteggiamenti. Il Milan campione d’Italia è sparito. Le amichevoli di dicembre avevano fatto scattare un campanello d’allarme. Gennaio, Salerno a parte, si è trasformato in incubo. 2 pari e 3 ko. 13 gol subiti. Praticamente uno ogni tempo di gioco. Persa ogni traccia dell’identità che aveva caratterizzato la nuova era rossonera. Questo, infatti, in termini di punti è il peggior girone d’andata da quando Pioli governa il Milan. Squadra spenta, che preoccupa per la sua apatia, per la poca compattezza, per la mancanza di idee. E di coraggio.
Tre anni fa e due mesi fa, dopo il 5 a 0 di Bergamo, venne a parlare Boban e il Milan, nei giorni successivi, comprò 4 giocatori, due dei quali (Ibra e Kjaer) ribaltarono le logiche dello spogliatoio rossonero. Dopo il 4 a 0 di Roma, è stato Maldini, massimo dirigente dell’area tecnica, a metterci la faccia, e probabilmente lo farà anche con la proprietà per provare a smuovere il mercato. Anche se non sarà sufficiente, eventualmente, a rigenerare l’ambiente. Se fino a qualche giorno fa sarebbe bastato il lavoro a Milanello e una vittoria per tornare a sorridere, adesso servirà qualcosa in più. Prima di tutto capire le cause di questa improvvisa ed inaspettata emorragia. Che va fermata, adesso. Lo scudetto è praticamente andato, così come la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana. Restano solo due grandi obiettivi: affrontare con orgoglio il Tottenham agli ottavi di Champions League, ma soprattutto lavorare guardando più dietro che avanti in classifica per centrare un posto tra le prime 4. Obiettivo imprescindibile. Non farlo vorrebbe dire fallimento sportivo con ricadute economiche. E questo Milan con lo scudetto stampato sul petto non può permetterselo.
Pioli, discorso alla squadra ma nessuna accusa
Cambiare senza cambiare, oppure non cambiare per ricambiare. Il giorno dopo la disfatta dell'Olimpico, a Milanello Pioli è voluto rimanere fedele alla filosofia con la quale ha costruito lo spirito vincente del suo Milan, parlando alla squadra e analizzando in maniera lucida i problemi messi in mostra sul prato dell'Olimpico, ma senza accusare nessuno e cercando di puntare soprattutto sull'orgoglio da ritrovare. Il più velocemente possibile. Nessun ritiro, nessuna punizione, nessun bastone, dunque, ma la solita e cara carota che tante soddisfazioni ha dato al gruppo rossonero negli ultimi due anni. Che un mese, seppur tutto sbagliato, non può di certo cancellare.