Sentenza plusvalenze, la Juve annuncia il ricorso: "Evidente illogicità"
juventusIl club bianconero, dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza della Corte di Appello della Figc, ha annunciato il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni. I legali del club: "Documento viziato da evidenti illogicità"
JUVE, CASO PLUSVALENZE: LE MOTIVAZIONI DELLA SENTEZA DELLA CORTE FIGC
La risposta ufficiale della Juventus arriva tre ore dopo un’attenta analisi delle motivazioni della sentenza Corte federale d’appello. Ed è tranchant: i legali descrivono il documento come “prevedibile nei contenuti, ma viziato da evidente illogicità, carenze motivazionali e infondatezza in punto di diritto”, ribadendo come la società e i singoli presenteranno ricorso al Collegio di garanzia dello sport presso il Coni nei termini previsti, ovvero entra 30 giorni, facendo valere la fondatezza della ragioni della Juventus con fermezza, pur nel rispetto dovuto alle istituzioni che lo hanno emesso. L’ultimo grado di giudizio si pronuncia sulla legittimità e non sul merito delle sentenze.
Su cosa punterà il ricorso
Il ricorso si baserà su quelli che i legali bianconeri considerano vizi procedurali. Secondo la Juventus infatti alla società viene attribuita - in riferimento alle plusvalenze - la violazione di una norma che la stessa giustizia sportiva aveva riconosciuto non esistere nei procedimenti passati. Inoltre, secondo gli avvocati difensori c’è anche il mancato rispetto della tempistica per l’avvio della richiesta di revocazione della precedente sentenza da parte della Procura federale, indicata in 30 giorni dalla notizia di fatti nuovi. Ma il cuore della difesa legale bianconera verterà sull’argomento centrale della violazione dell’articolo 4 sui principi della lealtà sportiva da parte del club. Secondo la Corte d’Appello Federale è uno dei punti decisivi per la quantificazione della penalizzazione di 15 punti. Ma la Juventus eccepisce il fatto che l’articolo 4 “non era stato espressamente richiamato nella contestazione contro la società nel deferimento dell’aprile scorso”. Ora toccherà al Collegio di garanzia dello sport presso il Coni risolvere la questione di diritto.