Bologna-Juventus, Allegri: "Dobbiamo essere un blocco granitico. Zitti e lavorare"

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L'allenatore bianconero alla viglia della partita col Bologna: "La cosa da fare in questi momenti è stare zitti e lavorare. Il momento più difficile è ora, non quando è arrivata la penalizzazione. Andiamo verso i 35 giorni più importanti della stagione e dobbiamo essere un blocco granitico. L'obiettivo principale era arrivare a marzo-aprile a lottare per qualcosa". Poi cita la conferenza di Antetokounmpo

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Come ha visto la squadra in questi giorni e che Juve vuole vedere a Bologna?

"Veniamo da un periodo negativo, ma il calcio ci dà sempre la possibilità di invertire la rotta, e noi possiamo farlo. Il Bologna sta facendo grandi cose e Thiago Motta sta facendo un bel lavoro".

 

Cosa chiede alla squadra?

"La cosa da fare in questi momenti è stare zitti e lavorare, come è capitato in altri momenti di difficoltà. Non c'è altra scelta. Parlare serve a poco, nel calcio quando non vinci sei nel torto, se vinci hai ragione. Chi vince è un bravo ragazzo, chi perde non lo è. Dobbiamo reagire. E noi abbiamo lasciato per strada un po' di punti in campionato".

Ci sono stati duri confronti in spogliatoio dopo la semifinale con l'Inter?

"Quando una squadra perde si dicono tante cose, soprattutto con la Juve, vengono dette cose non vere. Ripeto, l'unica cosa da fare è stare zitti e lavorare, come sempre quando le cose non vanno bene. Ho sentito la conferenza di Antetokounmpo sul valore dello sport, ci sono dei momenti in cui vinci meno, noi dobbiamo lavorare con serenità per creare i presupposti per tornare a farlo. Poi vince solo una, serve lavorare per essere noi quella squadra". 

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Quando si perdono tante partite si rischia di perdere il filo…

"Innanzitutto non ci sono rimasti pochi obiettivi, c'è l'obiettivo in campionato, e il secondo posto migliorerebbe la classifica dell'anno scorso. E poi c'è la semifinale di Europa League. L'obiettivo principale della stagione è arrivare a marzo-aprile a lottare per qualcosa, e anche quest'anno ci siamo riusciti. Poi vedremo se vinceremo. L'obiettivo di ogni società italiana - viste le situazioni economiche del calcio italiano, dove le 5 semifinaliste non hanno risolto i problemi - è giocare la Champions l'anno dopo. Noi siamo in lotta in campionato e per l'Europa League. Comunque avremo fatto il possibile per vincere, poco ma sicuro".

L'allenatore è sempre nel mirino quando si perde…

"Critiche all'allenatore? A me soprattutto ne vengono fatte tante, ma mi diverte. Mi stimola". 

 

Potremo vedere altri giovani col Bologna?

"Stanno tutti bene, ma non conta chi giochi e chi no. Chiesa, per esempio, è un giocatore straordinario ma viene da dieci mesi di inattività. Ritrovare l'equilibrio fisico e mentale non è facile. Le prestazioni che sta facendo per me sono nella norma. Come Pogba, che non è ancora nelle condizioni ottimali. Vorrei certamente riavere quello che avevo allenato in passato, ma al momento non è possibile. Tanto tempo si sta fermi, tanto ne serve per recuperare, lo dicono gli studi. La fortuna - nella sfortuna di non avere giocatori al cento per cento - è aver trovato tanti giovani, grazie al lavoro del club nel settore giovanile. Soulé, Miretti, Fagioli, Iling hanno tutti fatto tante partite. Miretti è un 2003 e ha fatto più di quaranta partite nella Juve. Fagioli ne ha fatte trenta, non è facile fare trenta partite nella Juve. Buffon mi disse: 'il primo anno alla Juve non avevo ancora capito nulla', perché nella Juve ci sono tante pressioni. Ma ci vuole pazienza e programmazione. Questi giovani sono un patrimonio della società, anche a livello economico". 

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Si va verso il finale di stagione…

"Il momento più difficile è ora, non quando è arrivata la penalizzazione. La società e la squadra devono essere un blocco unico. Abbiamo davanti i 35 giorni più importanti della stagione. Come sempre in ogni stagione, a meno che tu non sia fuori da tutto. Ma noi siamo ancora in corsa e dobbiamo essere un blocco granitico, a 360 gradi". 

Quali sono i motivi dei recenti ko?

"Spiegare è difficile. A Cagliari in Serie A ero partito con cinque sconfitte di fila. Magari oggi vediamo tutto nero, domani dobbiamo farlo diventare grigio, per poi tornare a un colore consono per la Juventus". 

Sul biennio alla Juve: cosa deve succedere perché si senta soddisfatto della sua esperienza bis in bianconero?

"Sulla mia riconferma è un problema della società e non mio. Quando sono tornato sapevo delle problematiche che c'erano e che sarebbe stato difficile tornare a vincere subito. Vediamo come finiremo l'anno, in questo momento abbiamo la possibilità di fare bene; se non ci riusciremo, ci sarà stato qualcuno più bravo di noi. Io metto professionalità, onestà e impegno nel mio lavoro, nel rispetto della Juventus. Se a fine stagione il lavoro non sarà stato soddisfacente, la società prenderà decisioni, visto che l'allenatore è responsabile di tutto. È normale. Soddisfatto o no? Lo sarei se vincessimo tutto, dal campionato alla Champions, ma questo è impossibile. Si ritorna al discorso di Antetokounmpo. Vedremo tra 35 giorni, non posso dirlo adesso. Ora dobbiamo solo tornare a vincere una partita, quella di domani, il resto non conta niente".

Perché contro l'Inter la squadra ha avuto un approccio così negativo?

"Abbiamo avuto un approccio dormiente, è vero. Dovevamo essere più incisivi davanti. Poi le partite hanno una propria storia ed evoluzione, ma quello che abbiamo sbagliato è stato l'inizio".

 

Domani con quale atteggiamento scenderà in campo la Juve?

"Domani è una partita molto difficile, come lo saranno tutte le ultime sette. Penso che a 73 punti si sarà dentro la Champions. Quindi serve una squadra più compatta, aggressiva e lucida in zona gol. Rispettando il Bologna che sta facendo un'ottima stagione".