Una risposta piccata da parte del n°34 greco dei Bucks racconta bene la tensione e la delusione di Giannis Antetokounmpo al termine di una serie deludente come quella persa contro i Bucks: "Perché mi chiedete se è un fallimento? Nello sport non si può sempre vincere: perdere è il passaggio necessario per arrivare al successo. MJ ha vinto sei titoli in 15 anni: gli altri nove sono stati un fallimento per caso?"
Una serie playoff maledetta per i Bucks, che in gara-4 e gara-5 erano a un passo dalla vittoria e che si ritrovano fuori da testa di serie n°1 e con il miglior record dell’intera NBA. Un passo falso che pesa sulle spalle di un Giannis Antetokounmpo che è andato oltre l’infortunio alla schiena - di cui conosceremo l’entità soltanto tra qualche tempo - e che ha raccolto 38 punti e 20 rimbalzi in un ultimo sforzo risultato però non sufficiente per portare a casa il successo. I suoi viaggi in lunetta, anche nel finale, sono risultati decisivi in negativo per Milwaukee: un 10/23 a cronometro fermo che farà discutere, come dimostrato da una conferenza stampa post partita particolarmente dura.
Di fronte alla domanda se la stagione fosse un fallimento, Antetokounmpo ha iniziato a scuotere la testa sbuffando prima di replicare: “Mi hai fatto la stessa domanda lo scorso anno, Eric”, spiega rivolgendosi al giornalista di The Athletic. “Per caso tu ricevi una promozione ogni anno nel tuo lavoro? Non credo, quindi consideri il tuo lavoro un fallimento ogni volta che non accade? Direi di no. Ti impegni per ottenere altri risultati, per prenderti cura della tua famiglia, comprare una casa e tante altre cose. Non è un fallimento, ma è un passaggio necessario per provare a vincere. Michael Jordan è stato 15 anni in NBA, ha vinto sei titoli: gli altri nove anni sono stati un fallimento per caso? Mi state davvero dicendo questo?”. Poi torna alla carica: “Perché mi fate questa domanda? Dovete capire che nello sport non esiste la logica del fallimento. Ci sono i giorni buoni e quelli pessimi, a volte riesci a vincere e altre no. Ci sono momenti in cui capisci che è il turno e altre invece devi farti da parte: è la logica di base dello sport, non si può vincere sempre”.