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Mourinho dopo Monza-Roma: "Chiffi peggior arbitro in carriera. Ho allenato col microfono"

Serie A

L'allenatore della Roma, dopo il pareggio di Monza, si sfoga per la prestazione dell'arbitro Chiffi: "È il peggiore della mia carriera. Non ha influito sul risultato, ma è scarso tecnicamente e non è empatico. Sono sceso in campo col microfono per proteggermi...". Poi sugli infortuni ha aggiunto: "Questa rosa non ha le potenzialità per stare dov'è, per questo sono orgoglioso di loro e sarà al fianco dei ragazzi fino alla fine"

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La Roma non riesce a ripartire in campionato e perde quota dalla zona Champions. A Monza finisce 1-1 e al termine dell'incontro José Mourinho è un fiume in piena, a partire dalla prestazione condizionata dai tanti infortuni: "Tante volte l'attenzione è una relazione diretta con la tua condizione fisica e mentale, quando sei stanco perdi la concentrazione, la coordinazione motoria - ha spiegato -. Non è facile. Abbiamo avuto in campo gente in difficoltà fisica che ha dato tutto, come Pellegrini, Mancini, Cristante. Gente che sta al limite, ma gioca con il dna di questa squadra. Ce ne sono tanti in difficoltà, altri che ha ancora non hanno la qualità per giocare a questo livello. La panchina adesso è praticamente inesistente. Sapevamo che non era facile, ma i ragazzi hanno dato il massimo. Dire che la Roma meritava di vincere sembra un po' una dichiarazione da allenatore della Roma, se dico che il Monza meritava magari non è vero".

"Chiffi il peggior arbitro della mia carriera"

Poi l'attacco a Chiffi: "Questo risultato si adatta al peggior arbitro che ho avuto in carriera e ne ho avuto tanti di scarsi. Io penso che l'arbitro non ha avuto grandi influenze sul risultato, ma è dura giocare con lui: tecnicamente orribile, dal punto di vista umano non è empatico, non crea rapporto con nessuno, dà un rosso a un giocatore che scivola perché è stanco all'ultimo minuto. Doveva dare un rosso, va a casa frustrato perché non dà il rosso a me perché non gli ho dato l'opportunità. È un po' il limite di questa squadra: non abbiamo la forza che hanno altre società di dire 'questo arbitro non lo vogliamo', io ho finito di allenare a venti-trenta minuti dalla fine perché sapevo che altrimenti mi avrebbe espulso".

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"Sono sceso in campo col microfono..."

"Io penso che la Roma deve crescere a questo livello - ha sottolineato Mou -, non ha la capacità di dire questo arbitro non lo voglio. Io volevo stare sabato con i ragazzi in campo, per giocare contro una super squadra come l'Inter, e rischiavo l'espulsione. Confesso che sono sceso in campo con un microfono: mi sono protetto. Comunque sono stato zitto, anche se avevo una voglia tremenda di farlo, ma ho deciso di non farlo perché sabato devo stare con i miei ragazzi. Magari il mio club non sarà contento con me ma è un rischio che prendo: come club non abbiamo forza e qualche volta mi sembra che non abbia neanche la voglia di avere forza. Lo dico senza problemi. Per favore signor Rocchi, questo qua basta. Ne voglio un altro, questo qua basta"

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"Non abbiamo la rosa per stare dove siamo, sarò sempre al fianco di questi ragazzi"

A proposito dei numerosi infortuni ha aggiunto: "Quando hai una squadra con 30 giocatori uguali non hai mai il problema degli infortuni muscolari. Al minuto 60 cambi, al minuto 70 cambi. Una volta giochi con Dzeko-Lautaro, un altra con Lukaku-Correa. Questo non siamo noi. Ci sono squadre che giocano una volta a settimana e non siamo noi. Siamo l'unica squadra che non ha la rosa per stare dov'è, siamo in semifinale di una competizione europea, abbiamo giocato un'eliminatoria in più contro il Salisburgo e sono due partite extra, stiamo giocando per posizioni di vertice in campionato. Siamo una squadra che sta facendo qualcosa che non ha il potenziale per farlo e dopo arrivano gli infortuni. Quante partite ha giocato El Shaarawy prima di quest'anno? Quante ne ha fatte Smalling? È accumulazione, stanchezza al limite. Per questo sono con loro fino all'ultimo minuto di questa stagione, meritano questo. È un orgoglio tremendo lavorare con questi ragazzi".

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