Juve, cosa succede ora dopo la penalizzazione? Gli scenari dei prossimi processi

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Silvia Vallini

Nel video Silvia Vallini analizza come la Corte d'Appello della Figc è arrivata alla sentenza di ieri, le possibiità di ricorso della Juventus e tempi e modalità dell'altro processo sportivo, quello sulla cosiddetta 'manovra stipendi', con la prima udienza fissata per il 15 giugno: sarà patteggiamento o nuovo processo? E l'eventuale penalizzazione su che stagione ricadrà?

MANOVRA STIPENDI, JUVE CHIEDE PATTEGGIAMENTO: L'UDIENZA LIVE

Una possibilità, seppur remota, che la Juventus conquisti un posto in Champions c’è ancora. L’orgoglio si scontra però con le complessità vissute dalla squadra in una stagione surreale, le cui conseguenze si sono viste anche contro l’Empoli. Scendere in campo a 40’ da una sentenza che fa scivolare dal secondo posto giù in classifica può essere una botta troppo forte da assorbire o invece il propellente per farcela nonostante tutto. Perché vincendo le ultime tre, la Juventus si sarebbe aritmeticamente guadagnata la qualificazione alla prossima Champions League, al netto di quel che sarà. Il codice di giustizia sportiva, d’altro canto, stabilisce che la pena, in caso di illecito, sia congrua e afflittiva. Il Procuratore Chiné ha quindi chiesto 11 punti di penalizzazione, due in più rispetto al 20 gennaio, ma con la stessa linea di pensiero d’allora: in quel momento con il -9 la Juve sarebbe scesa al settimo posto esattamente come in questo caso con il -11. 10 punti sono stati poi comminati dalla Corte d’Appello Federale, che ha rimodulato la penalizzazione sulla base delle responsabilità effettive ascrivibili a Nedved e agli ex consiglieri rimandati alla Caf, come richiesto dal Collegio di Garanzia dello Sport. Infatti, ha prosciolto gli stessi e ha conseguentemente ridotto di un terzo la pena, passata dai 15 punti di gennaio ai 10 di oggi.

le combinazioni

Cosa serve alla Juve per arrivare in Champions

Rimangono alcuni interrogativi che si sollevano dall’ambiente Juventus: la penalizzazione come può essere stabilita sulla base della classifica? Ci deve essere una sorta di “tariffa” corrispondente all’illecito che la giustizia sportiva ritiene venga commesso, dopo di che, se ciò non porta con sé conseguenze afflittive sulla stagione in corso, le si farà ricadere sulla successiva. Da sempre la Juventus sostiene poi che nulla di nuovo sia intervenuto dopo che i primi due gradi di giudizio avevano portato al proscioglimento, sulla base dell’impossibilità di stabilire il valore reale di un calciatore. Inoltre, il modello di prevenzione di cui la Juventus si è prontamente dotata, è un elemento considerato dirimente, ma che non è stato preso in considerazione neppure in questa occasione. Spicca poi la differenza di trattamento tra ad esempio Maurizio Arrivabene, che all’epoca dei fatti era consigliere, eppure è stato condannato e Nedved, che allora era già vicepresidente, quindi aveva potere di firma, eppure è stato prosciolto. L’amarezza espressa dalla Juventus deriva anche dal fatto che il tutto nasce dall’inchiesta Prisma condotta dalla Procura di Torino, come il processo penale, ma i “fatti debbono ancora essere giudicati dal giudice naturale”. 

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Il ricorso

Come accennato prima della partita contro l’Empoli dal responsabile dell’area sportiva della Juventus Calvo, tutto dipenderà dalle motivazioni che arriveranno nell’arco di una settimana. Al momento i margini per un ricorso ulteriore al Collegio di Garanzia dello Sport sembrano minimi, proprio perché il Collegio stesso aveva di fatto confermato l’impianto accusatorio e la condanna per i dirigenti apicali, oltre ad Arrivabene, rimandando invece alla Caf per rimodulare, come detto, sulla base del ruolo degli altri ex dirigenti/consiglieri. 

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Il secondo filone

Il 15 giugno la Juventus dovrà affrontare un nuovo processo sulla manovra stipendi per il biennio 2019/21, i compensi fittizi agli agenti e la partnership con altre società per le quali sono in corso delle indagini da parte delle procure competenti. I deferimenti sono arrivati lo scorso venerdì nei confronti della Juventus per responsabilità diretta ed oggettiva e nei confronti di 8 ex dirigenti tra i quali l’ex presidente Andrea Agnelli per violazione dell’articolo 4, che fa riferimento alla lealtà sportiva. L’eventuale penalizzazione in punti potrà ricadere anche solo in parte in questa stagione e in parte nella prossima, sempre per il fatto che comunque la pena deve essere congrua, ma anche afflittiva. Dunque, se la Juventus dovesse essere già fuori dalle Coppe, un’ulteriore penalizzazione non sarebbe afflittiva, a meno che non portasse addirittura alla retrocessione, che però si può ragionevolmente escludere. Quindi in quel caso ricadrebbe interamente sul campionato che verrà.  Sull’essere o meno fuori dalle Coppe, dipenderà anche dalla Fiorentina: se vince la Coppa Italia, il settimo posto non basta per la Conference; se batte il West Ham nella finale del 7 giugno, libera un posto per l’Europa. Tornando al processo, i tempi tecnici perché il tutto, secondo grado eventuale compreso, possa concludersi nei limiti, ci sono e trapela ottimismo in questo senso. Fermo restando che poi dipenderà anche da paletti temporali che l’Uefa potrebbe imporre per definire le griglie delle prossime coppe. Uefa che comunque, è già successo, potrebbe anche mettere una X nell’attesa. 

Il patteggiamento

Il patteggiamento tecnicamente è ancora possibile, ma ora andrà eventualmente richiesto al Tribunale Federale Nazionale e se accettato, potrebbe portare alla riduzione di un terzo della pena, non più della metà. Condizione necessaria per cui possa essere preso in considerazione è che si stabilisca la continuità dell’illecito. Se invece dovesse essere riscontrata la presenza di due illeciti distinti e dunque di recidiva, le condizioni verrebbero a mancare.

L'indagine Uefa

Come noto, anche l’Uefa lo scorso dicembre ha aperto un’indagine sulla Juventus in seguito all’inchiesta Prisma, per verificare eventuali violazioni dei regolamenti sulle licenze e sul Fair Play Finanziario. Tra gli scenari, c’è anche l’esclusione delle Coppe alla prima occasione in cui la Juventus dovesse qualificarsi. Non necessariamente dunque l’Uefa si riterrà soddisfatta dalle decisioni della giustizia sportiva italiana, considerando anche i rapporti tesi a seguito della tormentata vicenda Superlega.