Inter, Thuram: "Qui grazie a papà, voglio scudetto e più di 13 gol. Il mio idolo? Adriano"

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L'attaccante francese si racconta in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Già due anni fa mi immaginavo con questa maglia - spiega -. I tifosi del Milan saranno arrabbiati, pazienza. Segnare o fare assist non mi cambia nulla, l'importante è il +1 per la squadra. Papà mi ha consigliato di scegliere l'Inter". E sugli obiettivi stagionali: "Lo scudetto e superare il mio record di 13 gol"

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"Adoro esserci". Marcus Thuram è entrato nel mondo Inter solo da pochissime settimane, ma sembra essersi già integrato alla perfezione in questa nuova avventura. "Ho trovato quello che immaginavo: una grande squadra, una società organizzata, allenamenti di alta qualità - dice l'attaccante in un'intervista alla Gazzetta dello Sport -. Qui c’è più attenzione all’aspetto tattico. Lo sapevo già e ora l’ho toccato con mano". 

"Segnare o fare assist non mi cambia nulla. Io e Lukaku siamo molto diversi"

"La scorsa stagione è stata la prima della mia carriera in cui ho fatto il centravanti, prima ho sempre giocato da esterno - risponde Thuram a chi lo accusa di scarso feeling col gol -. È il ruolo che preferisco e per il mio gioco è meglio: posso stare vicino alla porta, attaccare lo spazio, segnare. Trovare la rete personalmente o fare un assist non mi cambia nulla, alla fine conta che è +1 per la squadra. Il 9 sulle spalle? All'Inter pesano i colori, non il numero di maglia". E sulla differenza con Lukaku (una volta disse che l'obiettivo era diventare più forte del belga) aggiunge: "Rispetto a quando parlai in quel modo sono cresciuto, sia come giocatore che come persona. Io e Lukaku siamo molto diversi".

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"Papà Lilian decisivo nella mia scelta"

Il centravanti francese ricorda la sua prima volta da bambino a San Siro (un Milan-Juve del 2005) e ora non vede l'ora di entrarci da protagonista. Da Lilian a Marcus, perché il papà è stato un supporto fondamentale per scegliere il ritorno in Italia: "Mi ha detto che è cambiata molto rispetto a quando giocava lui - spiega -. Mi ha convinto spiegandomi che è un Paese che vive per il calcio e mi sarei trovato bene: mi ha consigliato l'Inter tra le varie opzioni. La questione razzismo non mi ha influenzato nella decisione di arrivare in Italia, perché nel momento in cui diventa un pensiero nella scelta, vuol dire che i razzisti hanno già vinto. Se servirà dire o fare qualcosa non mi tirerò indietro (lui fu uno dei primi ad inginocchiarsi per il Black Lives Matter), ma spero fortemente che non ce ne sia bisogno”.

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"Tifosi del Milan arrabbiati? Pazienza..."

A proposito della scelta di legarsi ai nerazzurri racconta: "Mi ero già immaginato due anni fa di portare addosso questa maglia. E poi l’Inter e i suoi dirigenti mi sono stati molto vicini anche dopo l’infortunio, questa cosa non l’ho dimenticata. I tifosi del Milan saranno arrabbiati con me, ma pazienza, ognuno fa le sue scelte. Chi è il mio idolo? Adriano, il più completo più di tutti. Lautaro, invece, mi ha sorpreso: sapevo della sua qualità, ma vederlo da vicino impressiona. È ancora più forte di quel che pensavo, è molto maturo e abbiamo la stessa età. Sono felice di giocare con lui". Infine sugli obiettivi stagionali, personali e di squadra, conclude: "Lo scudetto è il mio e il nostro obiettivo. Abbiamo quello in mente e lavoriamo tutti i giorni già da adesso per arrivarci. Io lavoro anche per superare il record di 13 gol. Quando cominci una stagione, è sempre per far meglio rispetto al passato no?".

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