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Milan, chi è Kevin Zeroli: esordio in Serie A a San Siro contro il Sassuolo

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Vanni Spinella

Contro il Sassuolo, Pioli gli ha regalato la gioia dell'esordio in A a San Siro, a 18 anni. Mezzala moderna, treccine alla Gullit ma si ispira a Bellingham. I suoi volevano che facesse karate, poi un osservatore l'ha visto palleggiare a bordocampo durante una partita del fratello ed è iniziata la sua avventura al Milan...

MILAN-SASSUOLO 1-0, GOL E HIGHLIGHTS

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Che le premesse fossero ottime lo si era intuito già a luglio, quando Pioli lo aveva aggregato alla Prima squadra per le classiche amichevoli estive e lui, Kevin Zeroli, l’aveva ripagato con un gol di testa al Lumezzane. Un gol nato da un inserimento alla sua maniera, da mezzala moderna quale è: 187 cm buoni per farsi valere anche “tra i grandi”, dinamico e bravo di testa, uno dei suoi punti di forza, con quelle treccine “alla Gullit” (e chissà quante volte glielo avranno ripetuto, da quando è al Milan). Nato a Busto Arsizio, vicino Varese, l’11 gennaio 2005 (Gullit l’avrà visto giusto in qualche filmato su Youtube), festeggia tra pochi giorni 19 anni e intanto l’esordio in Serie A (a San Siro), regalo di Natale con qualche giorno di ritardo (o di compleanno in anticipo) che Pioli ha voluto fargli al 74’ della partita - ancora in bilico - contro il Sassuolo. Non nei minuti finali di una gara ormai archiviata. Un ulteriore segnale di fiducia per l’attuale capitano della Primavera. Kevin, un giorno questo Milan potrebbe essere tuo.

Faceva karate, notato mentre palleggiava

E pensare che sembrava destinato al karate. Da piccolo, i genitori lo portavano alla palestra vicino casa perché volevano che imparasse un’arte marziale, ma all’oratorio c’era il fratello maggiore, Bryan, che nel frattempo si faceva notare col pallone. Tanto bravo, Bryan, da meritarsi una chiamata al Milan per un provino, notato a 7 anni da un osservatore. Così la famiglia Zeroli inizia a trascorrere un paio di sabati pomeriggio al mese al Vismara, l’impianto a sud di Milano dove giocano le giovanili rossonere. Bryan in campo, i genitori in tribuna, Kevin a bordocampo a palleggiare, per imitare il fratello. Finché qualcuno non si accorge anche di lui, lo fa provare, e la maglia rossonera da quel giorno non se l’è tolta più.

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Sognando Bellingham

Mamma nigeriana (e juventina), papà italiano (e milanista), Kevin ha la doppia nazionalità ma nella fede calcistica ha seguito le orme del papà; dice di ispirarsi a Bellingham e con la Primavera in questa stagione conta 13 partite in campionato e 5 in Youth League, con 5 gol e 2 assist a referto. Alle spalle, una famiglia di lavoratori (entrambi i genitori sono operai), accanto il fratello a cui è legatissimo e che gioca ancora, titolare a 20 anni in Serie D con il Legnano, nella passata stagione. Davanti, un futuro luminoso, se è vero che fa già parte della “scuderia” di Rafaela Pimenta. “E’ un ragazzo positivo”, raccontava qualche mese fa il papà a Gianlucadimarzio.com. "In campo è molto determinato, mentre fuori è sempre sorridente e solare. Anche da bambino, dopo ogni partita rideva, vinta o persa che fosse”. Chissà stasera, dopo una vinta a San Siro.

I complimenti di Camarda

E se il suo profilo Instagram ha registrato il classico boom di follower appena messo piede sul prato di San Siro, tra i primi a complimentarsi con lui c'è stato il compagno di squadra in Primavera (ma ora anche tra i grandi?) Francesco Camarda, che a novembre aveva vissuto lo stesso sogno con l'esordio da record in Milan-Fiorentina, ad appena 15 anni (più giovane debuttante in A di sempre), con una storia su Instagram.

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