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Roma, Huijsen ha già conquistato tutti. E al derby di Coppa Italia sarà titolare

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Michele Mastrogiacomo

L'olandese classe 2005 appena sbarcato a Roma ha impressionato nei suoi primi 50 minuti in maglia giallorossa e mercoledì giocherà dal primo minuto i quarti di Coppa Italia contro la Lazio. "E' un predestinato e diventerà uno dei più forti in Europa", aveva detto di lui Mourinho alla vigilia

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Personalità, sicurezza tecnica, tranquillità nelle giocate difensive. A Dean Huijsen sono bastati 50 minuti, i suoi primi 50 minuti, per conquistare la Roma giallorossa. Un esordio quasi perfetto quello dell'olandese classe 2005 (19 anni ad aprile), sbarcato appena 48 ore prima nella capitale e con un solo allenamento alle spalle coi soi nuovi compagni: sicuro nelle chiusure, chirurgico nei passaggi, sempre propositivo e mai timoroso in una partita dura e spigolosa come è stata quella dell'Olimpico. A impressionare del bambino olandese (per dirla alla Mourinho) è stata però soprattutto l'elegante calma con la quale il numero 3 della Roma, apparso come una sorta di cigno bianco in uno stagno starnazzante, ha gestito ognuno dei suoi 50 minuti. La leggerezza del predestinato, insomma. "E' uno dei più migliori prospetti del calcio europeo alla sua età, sarà un grandissimo calciatore", aveva detto alla vigilia Mourinho, che non ci ha pensato un attimo a gettarlo nella mischia contro l'Atalanta e ora lo schiererà dal primo minuto nel derby di Coppa Italia, considerata anche l'assenza di Llorente (oltre a quella di Smalling, Kumbulla e Ndicka).

I numeri di Huijsen contro l'Atalanta

La partita da predestinato di Huijsen si può leggere non solo nell'atteggiamento messo in campo ma anche nei numeri raccolti nei suoi primi 50 minuti. A sbalordire, come detto, soprattutto la sua personalità, ma anche la cifra tecnica delle sue giocate, sopratutto nei passaggi in verticale, uno dei principali problemi della difesa della Roma da quando c'è Mourinho, ha impressionato chi stava vedendo la partita dell'Olimpico. 39 i passaggi riusciti sui 45 tentati, per l'86.7% complessivo. Solo Mancini e Llorente hanno fatto meglio in percentuale (quelli dei difensori sono molto spesso passaggi facili), ma la differenza rispetto agli altri due compagni di reparto sta soprattutto nelle verticalizzazioni, specialmente quelle dirette su Lukaku, che il giovane olandese ha effettuato senza paura e con altissima precisione: sono ben 6 (contro i 3 di Llorente e i 2 di Mancini) i passaggi effettuati nella trequarti avversaria, che hanno quasi sempre messo il centravanti belga in condizione di dare sfogo all'azione della Roma attarverso sponde e controlli. Ottimo, però, anche il rendimento della fase difensiva, esaltata soprattutto dai 6 possessi guadagnati e dai duelli vinti, oltre che, come già detto, dalla tranquillità dimostrata anche nei momenti più caldi (come un uno contro uno con Koopmeiners, fermato con disarmante facilità). Ma Huijsen non si è fatto mancare nulla nemmeno in fase offensiva: 4 gli ingressi nella trequarti avversaria (1 per Mancini, 2 per Llorente), a dimostrazione della sua innata facilità nell'affrontare tutte le fasi del gioco, e poi quel gol sfiorato di testa sotto la Sud (con la complicità di Holm) che avrebbe reso ancora più magico, e da predestinato, il suo esordio. Ma di tempo e spazio il giovane olandese ne avrà ancora molto, sia in questi sei mesi con la Roma che poi dalla prossima stagione con la Juventus, dove certamente tornerà come ammesso dal padre dopo la partita e come previsto dall'accordo tra bianconeri e giallorossi: "L’obiettivo di questo prestito è quello di garantirgli un maggiore minutaggio, perché alla Juventus non l’ha ottenuto. Dean tornerà a Torino sicuramente con un bagaglio di esperienza più importante, in modo così da potersi giocare un posto in bianconero il prossimo anno". Intanto, se lo godono la Roma e Mourinho.