Inter, Marotta: "Nel 2019 sacrificai Spalletti per Conte, Inzaghi cresciuto tantissimo"

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L'Ad nerazzurro ha parlato in occasione dell'XI Edizione del Corso da Team Manager presso la Luiss di Roma: "Nel 2019 sacrificai Spalletti per arrivare a Conte perché non c'era la cultura vincente - ha raccontato -. Inzaghi gestisce benissimo lo spogliatoio, può ancora crescere". E sul mancato arrivo di Lukaku: "Magari con lui non ci sarebbe stata la stessa chimica tra Thuram e Lautaro"

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Dall'addio di Spalletti all'arrivo di Conte per proseguire con il mancato acquisto di Lukaku e la sua prima rivoluzione alla Juve. È un Giuseppe Marotta ricco di spunti quello intervenuto durante la giornata inaugurale dell'XI Edizione del Corso da Team Manager presso la Luiss di Roma. "Nel 2019, arrivato all'Inter, sacrificai una figura come quella di Luciano Spalletti, che ritengo un bravo allenatore ma che faceva parte del presente e del passato - ha raccontato l'amministratore delegato nerazzurro -. La cultura che c'era non era vincente e ho sacrificato un allenatore come lui per arrivare a Conte che conoscevo bene e che ci ha portato a vincere lo scudetto al secondo anno". E a proposito del ruolo di allenatore ha poi aggiunto: "Non è responsabile in primis, anche se non sono stato ancora capace di capire quanto conta nell'economia di una vittoria. È una componente importante, indispensabile, ma gran parte la fanno i calciatori o la società. Non ho mai visto una squadra vincere sul campo che non abbia una società forte alle spalle. Mandare via un allenatore significa che la squadra gioca contro. Quando ero alla Juventus, ad un certo punto, eravamo 13° e presi da parte Buffon, Pirlo, Barzagli e Chiellini per parlare: appurato che l'allenatore non c'entrava, abbiamo poi vinto lo scudetto".

"Alla Juve dovetti procedere a una rivoluzione"

Sul periodo con i bianconeri l'Ad ha aggiunto un altro aneddoto: "Quando nel 2010 arrivai alla Juve e i risultati non c'erano dovetti procedere a una rivoluzione - ha spiegato -. Ho cambiato tutti i ruoli: dalla comunicazione ai magazzinieri. Avevamo anche in squadra una fila di campioni del mondo, ad esempio Camoranesi: era nella lista di quelli che volevo mandare via, ma ero imbarazzato nel farlo, per questo lo chiamai nel mio ufficio e gli chiesi cosa avrebbe fatto al posto mio. Lui mi rispose 'mandare via me e tanti altri'. Bisogna avere la forza di cambiare quando serve".

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"Thuram lo avremmo preso anche con Lukaku, Inzaghi..."

Marotta è tornato anche sul mancato acquisto di Lukaku: "Thuram lo avevamo preso comunque, ma se Lukaku avesse accettato ci saremmo trovati con lui, Lautaro e Thuram - ha detto -. Magari non ci sarebbe stata la stessa chimica che abbiamo oggi con Marcus e Lautaro, quindi, tradotto volgarmente, serve anche culo". Infine il dirigente dell'Inter non ha risparmiato elogi a Inzaghi: "Dal punto di vista umano gestisce benissimo lo spogliatoio, è quasi come se fosse un compagno di squadra - ha concluso -. I calciatori gli riservano grandissimo rispetto, è cresciuto tanto. Poi c'è una cosa che si dice poco, lui rispetto alla generazione degli Spalletti e dei Conte ha dieci anni in meno di esperienza: potrà fare ancora tanta strada".

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